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Ben 200 milioni di account in pericolo a fine gennaio: popolarissime app coinvolte e rimedi

Abbiamo ben 200 milioni di account in pericolo oggi 29 gennaio, soprattutto nel caso in cui in questi ultimi mesi abbiate deciso di lasciarvi andare con uno dei giochi più popolari al mondo. Esattamente come riscontrato qualche settimana fa con una lista di applicazioni da cancellare immediatamente dal proprio smartphone, stando anche al nostro tempestivo report, stavolta bisogna concentrarsi su un’applicazione in particolare. Ed il nome è di quelli pesanti, visto che oggi tocca parlare per forza di cose Fortnite.

In realtà nel titolo dell’articolo odierno abbiamo parlato di account in pericolo a causa di app molto popolari, utilizzando il plurale. In effetti bisogna tenere gli occhi aperti con tutte le creazioni di Epic Games e i vari “derivati di Fortnite”. A maggior ragione se pensiamo che questo gioco ha preso piede in primis tramite altre piattaforme, poi in ambito mobile. Coinvolgendo un numero elevatissimo di utenti in giro per il mondo. E ovviamente anche qui in Italia.

Proviamo ad analizzare meglio la questione degli account in pericolo, alla luce dell’allarme riportato direttamente da una fonte come Fortnite Intel di recente. A dirla tutta, la vulnerabilità è stata scoperta da Check Point Software e ci parla come detto di circa 200 milioni di utenti esposti. Al momento non si capisce ancora se le vittime devono necessariamente accedere ad un link fraudolento ricevuto via email da intenzionati, o se la semplice iscrizione al database di Fortnite rende tutti potenzialmente sotto attacco.

Di sicuro tali soggetti puntano a raggiungere password e dati sulle carte di credito, inseriti dagli utenti per eventuali acquisti in-app. Individuata la vulnerabilità, per porre un freno agli account in pericolo è stato deciso di invitare tutti gli utenti a cambiare password e ad utilizzare l’autenticazione a Fortnite in due fattori. Restiamo ovviamente in attesa di ulteriori informazioni e, appena le avremo, ve le riporteremo.

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