Allarmismo

Attenzione alla bufala sulle minacce di pubblicazione di contenuti compromettenti su Facebook

Su WhatsApp e Messenger, circola uno screen che avverte gli utenti di presunte minacce riguardanti la pubblicazione di foto e video compromettenti sulle bacheche Facebook, senza il loro consenso. Questo messaggio, tuttavia, è una bufala che mira a seminare paura e confusione, sfruttando legittime preoccupazioni sulla sicurezza e la privacy online.  Alcuni avvisi simili risalgono addirittura al 2011, ma si ripresentano periodicamente, cambiando solo alcuni particolari, come il tipo di contenuti pubblicati o i presunti responsabili.

Lo screen è come sempre troppo vago per essere credibile e non descrive in dettaglio il modo in cui questi “hacker” riescano ad accedere agli account, né fornisce alcuna soluzione al problema. Al contrario, invita solo a copiare e diffondere il contenuto, una pratica inutile e dannosa tipica delle catene di Sant’Antonio. Quindi, non fatevi ingannare e non contribuite a diffonderlo tra i vostri contatti.

Inoltre, è poco plausibile che il proprietario di un account non possa vedere i post indesiderati sulla sua bacheca, a meno che qualcuno non utilizzi codice abilitato per JavaScript, cosa che Facebook non permette in modalità che possano compromettere la visibilità dei contenuti. Sebbene sia teoricamente possibile che malware inviati tramite messaggi diretti possano influenzare la visibilità dei post pubblicati, non esistono evidenze che suggeriscano un aumento di tali casi.

È importante ricordare che Facebook ha costantemente migliorato i suoi sistemi di sicurezza nel corso degli anni e oggi permette di utilizzare codice Javascript solo attraverso l’uso del suo SDK (software Development Kit), un insieme di funzioni che consentono ad esempio di effettuare il login dal web o aggiungere i social plugin da utilizzare per i siti internet.

Tuttavia, è sempre consigliabile adottare misure aggiuntive per proteggere i propri profili, come l’autenticazione a due fattori e l’uso di password complesse.

 

 

 

Condividi
Pubblicato da

Articoli recenti

No, non esiste alcun poliziotto Daniel Reed denunciato per molestie sessuali dalla donna che ha salvato

Ci segnalano diversi contatti una lunga serie di video, in diverse lingue e su diversi social (tra cui ovviamente una…

2 giorni fa

No, questo non è un attore che ride a Bondi Beach perché l’attentato è falso

Ogni volta che nel mondo succede una strage, come quella a Bondi Beach in Australia, appare sempre qualcuno che si…

2 giorni fa

No, non è vero che la tastiera QWERTY serve per rallentare i dattilografi

Una delle più diffuse false credenze sulla tastiera QWERTY, il sistema più usato per macchine da scrivere e tastiere, è…

3 giorni fa

L’eterna clickbait degli esenti dal canone RAI

Ogni anno a dicembre ci sono degli appuntamenti fissi: Una Poltrona per Due in TV, Mamma ho perso l'Aereo in…

3 giorni fa

Rischio aumenti sull’RC Auto? Cosa sappiamo

Uno dei possibili emendamenti al DDL di Bilancio potrebbe prevedere un rischio aumenti sull'RC Auto. L'aumento paventato ci sarà? Se…

3 giorni fa

La piaga dello slop AI si manifesta anche con le fake Band in AI su Spotify

Fake Band in AI su Spotify: sembra un titolo allitterato abbastanza per essere il nome di un singolo musicale, ma…

3 giorni fa