Da alcune ore rimbalza in rete la notizia secondo cui a gennaio 2020 il governo avrebbe optato per lo stato di emergenza fino al prossimo 31 luglio a causa del Coronavirus. Tanto è bastato per alimentare da un lato la teoria del complotto, coi “poteri forti” che a quanto pare sapevano già tutto poco meno di due mesi fa, senza far nulla, dall’altro i timori di chi ora comincia a pensare all’addio per le proprie vacanze estive. Già, perché fino a questo momento nessuno aveva ipotizzato che l’emergenza sanitaria potesse in qualche modo condizionare anche la nostra stagione estiva.
Sostanzialmente, lo stato di emergenza in Italia fino al 31 luglio solleva diversi punti di domanda agli utenti. A pochi giorni alla storica collaborazione tra la Regione Lombardia e le ONG, come vi riportammo a suo tempo, il provvedimento stabilito a fine gennaio ha ufficialmente aperto questa nuova fase politica e sanitaria. Mentre dall’altro in molti si chiedono per quale motivo non se ne sia parlato finora, altri vorrebbero semplicemente vederci chiaro.
Partiamo dunque da un presupposto. Per quanto poco credibile agli occhi di molti, la delibera è autentica e si trova effettivamente nella Gazzetta Ufficiale. Lo stato di emergenza fino al 31 luglio è stato infatti dichiarato ufficialmente lo scorso 31 gennaio 2020, per i sei mesi successivi, dopo che era stata riscontrata la positività dei due turisti cinesi a Roma. Questo uno scorcio della delibera in questione:
“In considerazione di quanto esposto in premessa, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 7, comma 1, lettera c), e dell’articolo 24, comma 1, del decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, e’ dichiarato, per 6 mesi dalla data del presente provvedimento, lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili”.
Detto questo, occorre andarci cauti. Se da un lato è vero che a fine gennaio sia stato dichiarato lo stato di emergenza per Coronavirus fino al 31 luglio, è altrettanto vero che dopo i due casi a Roma si siano creati i presupposti per questa procedura standard. Come ha riportato in quelle ore Sky TG24, infatti, un provvedimento del genere valeva come misura preventiva. La nostra Costituzione, infatti, lo rende possibile”al verificarsi o nell’imminenza di calamità naturali o eventi connessi all’attività dell’uomo in Italia”. Per questo motivo, è tutto nella norma, ma soprattutto la data del 31 luglio 2020 non va associata in alcun modo ai discorsi sulla quarantena in questo momento.
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