Volodymyr Zelensky è “persona dell’anno” secondo il Financial Times. La notizia è stata ripresa dai principali quotidiani italiani e internazionali e dalle agenzie di stampa. Secondo il quotidiano economico-finanziario britannico il leader ucraino si distingue per il suo “profondo senso di umanità” con cui ha guadagnato “l’ammirazione degli ucraini”.
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Il Financial Times ha nominato Volodymyr Zelensky “persona dell’anno” in una nota pubblicata sul sito ufficiale della testata. All’interno leggiamo:
È l’immagine speculare dell’immaginario ragazzo ordinario diventato presidente che ha interpretato in una serie televisiva di successo satirico che lo ha portato alla fama. È anche l’antitesi del presidente russo Vladimir Putin, nascosto al Cremlino, la cui ossessione per la ricostruzione di un impero è costata decine, forse centinaia, di migliaia di vite.
Quindi:
Proprio come Winston Churchill andò alla radio per radunare il suo Paese durante il blitz, Zelensky ha usato i social media per fare una campagna incessante per il sostegno militare e finanziario occidentale, trasformando la difficile situazione del suo popolo in una leva morale sui leader in Europa e negli Stati Uniti. Ha convinto gli europei a sostenere gli enormi costi per opporsi a Putin e ad offrire a Kiev un percorso verso l’adesione all’UE.
Financial Times scrive: “Proprio come Winston Churchill andò alla radio per radunare il suo Paese (…) Zelensky ha usato i social media per fare una campagna incessante”.
Il FT si riferisce sicuramente allo storico War Speech pronunciato dall’allora Primo Ministro Winston Churchill il 3 settembre 1939, quando il Regno Unito e la Francia dichiararono guerra al Terzo Reich di Adolf Hitler dopo l’invasione della Polonia del 1° settembre dello stesso anno.
Il testo integrale di quel discorso è disponibile sul sito del National Churchill Museum a questo indirizzo. Ne riportiamo alcuni brani:
Non dobbiamo sottovalutare la gravità del compito che ci attende o la temerarietà della prova, alla quale non saremo giudicati impari. Dobbiamo aspettarci molte delusioni e molte spiacevoli sorprese, ma possiamo essere certi che il compito che abbiamo liberamente accettato non è al di là della bussola e della forza dell’Impero britannico e della Repubblica francese.
Quindi:
Non si tratta di combattere per Danzica o per la Polonia. Lottiamo per salvare il mondo intero dalla pestilenza della tirannia nazista e in difesa di tutto ciò che è più sacro per l’uomo. Questa non è una guerra di dominio o di ingrandimento imperiale o guadagno materiale; nessuna guerra per escludere un paese dalla luce del sole e dai mezzi di progresso. È una guerra, vista nella sua qualità intrinseca, per stabilire, su rocce inespugnabili, i diritti dell’individuo, ed è una guerra per stabilire e ravvivare la statura dell’uomo.
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