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Una semplice emoji WhatsApp può costituire vincolo contrattuale: un caso che fa giurisprudenza

Pare che una semplice emoji WhatsApp possa costituire vincolo contrattuale, stando ad un caso che per forza di cose fa giurisprudenza. Una storia alquanto particolare ha riguardato l’utilizzo di WhatsApp, nel dettaglio le classiche emoji che vengono inviate sulla famosa app di messaggistica. Spesso queste emoji possono creare dei fraintendimenti, arrivando anche a questioni legali.

Cosa sappiamo sulla semplice emoji WhatsApp che ha creato un vincolo contrattuale

Di recente abbiamo parlato di emoji WhatsApp in contesti assai differenti. Si tratta proprio di quello che è successo ad un agricoltore della Saskatchewan, la cui vicenda ha fatto rapidamente il giro del mondo. Il problema di fondo è stato l’utilizzo di un emoji durante un contratto di fornitura di lino stipulato tra l’agricoltore in questione ed un’azienda agricola. Andando più nello specifico della vicenda l’agricoltore Chris Achter di Swift Current è stato chiamato in causa da South West Terminal (SWT) per non aver onorato un contratto di fornitura di lino.

L’agricoltore è stato contattato dal rappresentante di marketing agricolo della SWT su WhatsApp, per confermare un contratto che richiedeva la consegna di oltre 85 tonnellate di lino ad un prezzo di circa $670 per tonnellata. La risposta è arrivata però utilizzando l’emoji del pollice in su ed è qui che è nata la controversia. Infatti questa emoji, che tra l’altro viene spesso usata su WhatsApp, ha creato un malinteso.

Mentre l’azienda in questione ha pensato che rappresentasse una conferma del contratto stesso, per l’agricoltore non è stato così. Quest’ultimo ha inviato l’emoji del pollice in su su Whatsapp semplicemente come conferma del ricevimento del messaggio. Si è arrivati ad una disputa legale con la sentenza del giudice di King’s Bench, Timothy Keene, a favore della SWT, che ha infatti riconosciuto l’emoji pollice in su come un modo valido per “firmare” un documento in circostanze specifiche. C

hiaramente il signor Achter ha presentato appello, evidenziando come un emoji non possa assolutamente calere come firma di un contratto. Un caso che probabilmente andrà a lungo per un po’ di tempo, ma che ha evidenziato come sia necessario fare maggiore chiarezza nelle comunicazioni digitali, il malinteso è spesso protagonista.

Una storia che insegna come sia importante utilizzare al meglio le emoji su WhatsApp e sicuramente non in contesti lavorativi. Dunque, occhio alla semplice emoji WhatsApp che può costituire vincolo contrattuale.

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