Un articolo pubblicato sul quotidiano locale L’Unione Sarda il 5 aprile 2018 viene condiviso in queste ore, e ci parla della scoperta di una pianta sarda in grado di bloccare il virus dell’HIV.
Si tratta dell'”Hypericum scruglii (Bacchetta, Brullo et Salmeri)“, una specie endemica ed esclusiva degli altopiani carbonatici dell’Isola centro-orientale (i Tacchi dell’Ogliastra e l’area intorno a Laconi), al centro di uno studio i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica “PlosOne”.
La pianta è già usata nella medicina popolare come unguento contro le scottature. Tale ricerca è stata coordinata da Francesca Esposito e Cinzia Sanna del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università di Cagliari e con la collaborazione dell’Università della Campania, dell’Insubria e con il Max Planck Institute for Chemical Ecology di Jena (Germania).
In poche parole, una molecola presente all’interno della pianta sarebbe in grado – come riportano anche nello studio pubblicato su Plos One – di inibire due enzimi chiave dell’HIV-1 che permettono al virus di replicarsi. Lo scopo dello studio, dunque, è principalmente quello di ridurre al minimo la somministrazione di farmaci ai pazienti sieropositivi.
In più testate, tuttavia, si scrive che è presto per parlare di svolta e la notizia è riportata anche dalle agenzie, e in particolare all’Ansa la ricercatrice Francesca Esposito aveva detto:
La molecola è in grado di inibire in vitro la trascrittasi inversa e l’integrasi dell’immunodeficienza umana di tipo 1 e si è dimostrata in grado di inibire anche la replicazione del virus in colture cellulari. Questo composto non era mai stato isolato prima di questo studio.
Tale studio, dunque, ha posto le basi per un successivo sviluppo dei farmaci antivirali, ma non si può ancora affermare che si tratti di una soluzione definitiva.
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