Bufala

Una lettera aperta alla sezione tecnologia su Sky TG24 per i 40 anni di Super Mario Bros.

Sono arrivati i 40 anni di Super Mario Bros., e ci tocca benevolmente correggere la sezione tecnologia di Sky TG24 per il suo pezzo sul franchise. Pezzo che, come molti coccodrilli, avrebbe meritato un po’ di attenzione.

Molto sulla storia di Mario e del suo colorato mondo l’abbiamo descritto qui: in questo articolo ci focalizzeremo sull’evidenziare qualche sbavatura. Senza malizia, ma correggerle sarebbe meglio no?

Mario nel 1983 era “Jumpman l’uomo che salta mandato a salvare Peach”: errore

L’articolo parte con la premessa “Ufficialmente il videogioco era nato come Mario Bros nel 1983. Pensato da Shigeru Miyamoto, futuro creatore delle leggende di Zelda e di tanti altri capolavori, il gioco era solo “Jumpman”, l’uomo che salta. Il gioco aveva come protagonista il baffuto idraulico italiano che doveva attraversare il Regno dei Funghi per salvare la principessa Peach dall’antagonista principale, Bowser”

Ma né Bowser, né Peach esistevano, e Mario all’epoca era già Mario.

Ovviamente, per un gioco chiamato Mario Bros.

Canonicamente, Mario nasce come Jumpman, un clone di Braccio di Ferro nato in un’epoca assai difficile per la compagnia (cosa che tornerà nel resto del fact checking). Nintendo non era ancora la multinazionale del NES e del GameBoy, e aveva bisogno di mandare subito prodotti in sala giochi per riprendersi dal fallimento di Radar Scopeennesimo derivativo di Space Invaders (ma in pseudo 3D), apprezzato in Giappone ma un disastro in America tale da aver, in mancanza di soluzioni, condannato Nintendo ad arretrare la sua corsa verso il mondo.

La prima apparizione di Jumpman

Minoru Arakawa, presidente di Nintendo of America e genero di Hiroshi Yamauchi (il responsabile dell’arrivo di Tetris, della genesi del GameBoy ma anche del disastro economico che avrebbe portato a dare la PlayStation a SONY) scongiurò il capoccia e suocero di mandargli alla svelta un prodotto che potesse vendere senza doversi vendere i reni al mercato nero: Nintendo cominciò a sviluppare un gioco arcade basato su Braccio di Ferro, dove, ovviamente, Braccio di Ferro avrebbe dovuto salvare Olivia da Bluto.

Gli eredi di Segar negarono a Shigeru Miyamoto i diritti sul marinaio che “Spaccia Tipacci / Mangiando Spinacci”, e così Miyamoto si ritrovò “senza più la terra sotto i piedi”, come racconterà in seguito, stringerò i denti facendo tutto quello che un disperato che ha bisogno di un prodotto poteva fareinventò degli abominevoli pezzotti da piazzare nel gioco.

Braccio di Ferro divenne Jumpman, l'”Uomo che Salta”, un baffuto ometto (perché i baffi erano riconoscibili in uno sprite e davano personalitò), Olivia la bionda Pauline (o Lady), nell’attuale franchise tornata bionda e cantante/politica e Bluto fu sostituito da Donkey Kong, nome che evoca la testardaggine attribuita al somaro.

Mario Bros. (Arcade). Notare come le tartarughine sono descritte come “Shellcreeper”

Jumpman avrebbe dovuto diventare un personaggio gag dal nome di Mr. Video, ma Miyamoto fortunatamente cambiò idea. In Mario Bros. del 1983 si decise di chiamarlo Mario (vedremo perché), introdurre il fratello Luigi (all’epoca Mario coi colori invertiti, quindi con la salopette verde, per poterlo identificare anche su un monitor di scarsa qualità) e introdurre una storia in cui i due fratelli, idraulici di New York, vengono mandati ad ispezionare tubature malfunzionanti scoprendo che esse si sono popolate di tartarughe e altre bizzarre creature e la riparazione prevede la violenza.

Niente Principessa Peach, niente Bowser: le tartarughe saranno retconnate solo nei capitoli successivi nei Koopa, i fedeli servitori del tiranno Bowser.

Super Mario Bros. (1985) fu infatti l’incarnazione del meme “Ed ora per qualcosa di nuovo” del gioco originale.

Super Mario

Due anni dopo Mario Bros. una efficace retcon stabilì che i tubi, inizialmente scelti perché ricordavano le ambientazioni di molti anime (pensate a dove “Licia incontra Andrea e Giuliano per caso“), erano il portale per un universo di pace e armonia, la terra dei Funghi, dove la Principessa Peach Toadstool regnava fino ad essere rapita dal malvagio Bowser, proprietario dei mostriciattoli che hanno tracimato nelle fogne di New York.

Mario e Luigi partiranno per la loro missione, decidendo di restare nel Regno dei Funghi dilettandosi di eroismo e affezionandosi alla principessa Peach e, successivamente, la principessa Daisy, introdotta in Super Mario Land (1989) come fanciulla da salvare alternativa a Peach e poi diventata una principessa dal forte spirito competitivo, ma un po’ dolce e stralunata e quindi complementare rispetto a quel Luigi che da clone di Mario era diventato un generoso ma allampanato ometto spaventato e goffo, in grado di mettere da parte paura e timidezza per il bene comune.

Non esiste alcun “idraulico italiano che ha dato il nome a Mario”

L’articolo continua dicendo che “Shigeru Miyamoto, ha dichiarato che la sua ispirazione per il personaggio di Mario è stata la figura dell’idraulico italiano che lavorava nella fabbrica Nintendo of America a New York. Inoltre, il nome Mario è stato ispirato dal proprietario italiano della fabbrica di noleggio di sale giochi di Nintendo of America. Infine, il fratello di Mario, Luigi, ha anche un nome italiano e si ritiene che sia stato ispirato da Luigi Segale, un uomo d’affari italiano-americano che ha dato il nome alla società che ha costruito l’edificio che ospitava il quartier generale di Nintendo of America.”

In realtà non esiste alcun Luigi Segale, ma esiste Mario Segale, e non esiste alcuna “fabbrica di noleggio”.

Vi avevamo detto che Nintendo of America versava in cattive acque, e aveva bisogno di un prodotto da vendere, riciclando i cabinati da mandare neelle sale giochi, dato l’insuccesso di Radar Scope.

Mario Segale, il “vero Mario”

Entra ora in scena Mario Segale, proprietario di alcuni magazzini noleggiati dal povero Arakawa, e qui la storia diventa duplice.

Secondo il resoconto di David Sheff in “Game Over: How Nintendo Conquered the World,” Arakawa era intento a discutere del futuro del franchise e cercava un nome internazionale per JumpmanMr. Video, quando Mario Segale entrò nei suoi magazzini vistosamente inca**ato e chiedendo a gran voce di vedere i suoi affitti saldati, fiutando la debolezza economica di Nintendo e ottenendo rassicurazioni sugli affitti insoluti, la futura solidità di Nintendo e incassando il nome del personaggio per se stesso.

Secondo il resconto del responsabile dei magazzini Don James l’esplosiva lite non è mai avvenuta, anzi Mario Segale era di fatto un criptide, una misteriosa entità che si palesava solo in modo indiretto per riscuotere gli affitti e nessuno aveva mai visto di persona, e quindi Arakawa trovò assai buffo dargli il volto di un personaggio da videogame.

In ogni caso, già nel 30mo anniversario del Franchise Nintendo confermò l’esistenza di Mario Segale, non di Luigi, e Segale da parte sua non confermò alcuna delle due versioni, limitandosi a celiare sul fatto che ora che Mario era diventato così famoso avrebbe potuto almeno ricevere qualche diritto di autore.

Conclusione

Il quarantennale del franchise sarà celebrato tra l’altro con l’arrivo di Super Mario Galaxy, film sequel del successo del 2023 che, sia pur ulteriormente precisando la cittadinanza dei due personaggi da “New York in generale” a Brooklyn ripercorrerà nei primi minuti del film le origini viste: i due fratelli abbandonano il team di costruzioni del tirannico capo Spike (preso da un altro spin off della saga) che li deride per la loro incapacità di rendersi economicamente indipendenti senza lui, vengono mandati a investigare su alcuni misteriosi problemi nelle tubature del sottosuolo e scoprono un portale che li porterà nel Regno dei Funghi.

Sarebbe bastato guardare il film anziché provare a improvvisare la storia.

Aggiornamento: Per onestà intellettuale dobbiamo rilevare che l’attuale formulazione dell’articolo su Sky TG24 contiene una rettifica degli errori indicati, o quantomeno una versione del testo semplificata e priva degli stessi.

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