Quest’anno la maratona di Trieste sarà negata agli atleti africani, almeno stando all’annuncio diventato ufficiale in queste ore grazie alle dichiarazioni di Fabio Carini, presidente dell’organizzazione che rende possibile la gara podistica. Ci riferiamo più in particolare alla Apd Miramar. La gara podistica è in programma il prossimo 5 maggio e quella appena riportata è una scelta senza precedenti, che non a caso ha sollevato pesanti discussioni sui social. Alcuni pensavano ad una bufala, ma siamo risaliti al video che conferma quanto riportato dalle principali testate nazionali.
L’ultima che abbiamo parlato del legame tra atletica ed argomenti in qualche modo legati al razzismo risale a qualche mese fa, con la nota storia di Daisy Osakue (la trovate qui), ma è chiaro che la storia della maratona di Trieste negata agli africani sia destinata a creare forti discussioni. Tante, infatti, le obiezioni sollevate non solo da alcuni esponenti politici contrari a questa scelta, in primis quelli del PD, ma anche di alcuni addetti ai lavori. Cerchiamo dunque di analizzare cosa ci sia dietro l’uscita di Fabio Carini.
Alla base della decisione di negare la maratona di Trieste 2019 agli africani, secondo Fabio Carini ci sarebbe il trend che vede a suo dire rafforzarsi di anno in anno “un mercimonio di atleti africani di altissimo valore, che vengono semplicemente sfruttati“. Questione confermata anche da TGCOM. In sostanza, la loro partecipazione darebbe vantaggi solo ai cosiddetti agenti di questi ragazzi, che li sfrutterebbero e pagherebbero pochissimo. Insomma, l’organizzazione ha provato a mettere le mani avanti in vista delle prevedibili critiche, facendo passare il messaggio che il provvedimento va paradossalmente a preservare gli interessi degli stessi atleti africani.
Nel frattempo molti altri iscritti minacciano di non partecipare alla maratona di Trieste 2019 in segno di protesta, richiedendo il rimborso della quota d’iscrizione, mentre altri chiedono come si comporterà con gli africani naturalizzati. Secondo molti esperti del settore, poi, se da un lato il fenomeno esiste realmente, dall’altro si chiedono semplicemente controlli più severi e non un filtro che neghi addirittura la partecipazione a ragazzi africani in occasione di eventi del genere. Ecco il video che conferma le parole di Fabio Carini.
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