Editoriale

Tra le fonti russe militano morti (ucraini) e bot: il caso Oksana

Tra le fonti russe militano morti e bot. Tale è la potenza del Putinismo che i morti tornano in vita. Ma solo su Twitter.

Tra le fonti russe militano morti (ucraini) e bot: il caso Oksana

Dettagli come la cessazione dell’esistenza terrena, quando non direttamente la completa inesistenza fisica non impediranno alle c.d. “fontirusse” di continuare la loro carriera.

Loro ti cercheranno, ti troveranno e ti parleranno di quanto sia meravigliosa l’operazione speciale di Putin e di quanto gli Occidentali, gli Ucraini, Ciccio di Nonna Papera, noi, tu che ci leggi e tutti gli altri siano dei pericolosi nazisti che non comprendono la grandezza di Putin.

Tra le fonti russe militano morti (ucraini) e bot: il caso Oksana

Negli episodi precedenti

Nei precedenti capitoli di questa esposizione abbiamo incontrato Irina Kerimova e Vladimir Bondarenko.

Personaggi bizzarri, improbabili anche come guitti da propaganda. Lei una “pasionaria Russa/Rossa” partorita da un bizzarro incrocio tra le Storie del Mondo Piccolo di Don Camillo e un film di Sandra Bullock e lui un incrocio tra James Bond e il Patriota Q in salsa rossa.

Lei, Irina, una insegnante di chitarra porta a porta ritratta in una foto col sorriso da svanitella e due orecchini spaiati come una goffa damina da commediola leggera, che dopo aver scoperto il giornalismo è diventata una pasionaria Putinista, “Rosa di Tokyo” pronta ad urlare ai Russofoni Ucraini le nefandezze dei “nazisti”.

Lui, Vladimir, un imprenditore miliardario alla Tony Stark con l’hobby di essere bellissimo come un Christian Grey de no’artri, dei viaggi di lusso in aerei che guida da solo, direttore di un giornale per Veri Putinisti.

Entrambi fantasmi creati al computer, mezzibusti creati in computer graphic.

La vera Oksana si faccia avanti

C’è però di peggio: vi presentiamo la sedicente “Oksana Shadow”.

Capirete perché sedicente. Come in un film horror, un vivo con addosso la pelle di un morto.

L’avatar di una donna giovane (a volte sin troppo…) e bellissima, espediente tipico delle “fontirusse” che consiste nell’attirare un pubblico che in tempi di pace avrebbe rimpopolato le le file dei truffati  da improbabili principi nigeriani carichi di miliardi e arrapanti maliarde bionde usato per spingere i contenuti tipici delle fonti russe.

La bionda Oksana eccita così le fantasie del suo uditorio non col sesso, ma invitando la Russia a bombardare la Norvegia

O ribadendo i grandi successi di Stalin, in un tripudio di cuoricini e bandiere Russe.

Il problema è che Oksana Shadow non esiste.

La foto che avete visto? Viene dal necrologio, del 2018 della vera Oksana Shacko, attivista Ucraina morta suicida.

Anche se fosse una forma di perverso omaggio, imposessarsi delle fattezze di una attivista Ucraina per farne un cantore delle lodi Russe in questo periodo e contesto storico sembra un atto di immotivata crudeltà.

Curioso vero? Neppure la morte sembra fermare le Fonti Russe. Anzi, la morte ti richiama al dovere di postare, trasformandole in ipotetiche “cacciatrici di fascisti”.

 

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