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Svizzera congela patrimoni russi per 5,75 miliardi di franchi

Svizzera congela patrimoni russi per 5,75 miliardi di franchi, anche se come sappiamo era una mossa aggiornata. È dall’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina che la Svizzera si era dichiarata pronta ad accodarsi alle sanzioni Europee.

La probabilità di una forma di pressione sull’economia e sugli asset russi era già infatti data per estremamente probabile dal 27 Febbraio, e con intervallo temporale strettissimo. Sarebbe stato un mese caldo, e marzo lo è stato.

Bollinger ha in queste ore stimato gli asset congelati in 5,75 miliardi di franchi (circa 6,17 miliardi di dollari, 5,63 miliardi di euro).

Beni che comprendono conti bancari, denaro contante ma anche opere d’arte, ma anche numerose proprietà immobiliari, il “ritiro vacanziero” degli oligarchi.

Tali beni, va precisato, sono da ritenersi congelati, non confiscati o spossessati: la loro titolarità resta in capo ai legittimi proprietari, che però non potranno disporne in modo da limitare il flusso di denaro verso la macchina bellica della Duma.

Altro elemento evidenziato da Erwin Bollinger, ambasciatore e responsabile delle relazioni bilaterali in seno alla Segreteria di stato dell’economia (Seco) è che il congelamento, contrariamente a diverse fake news diffuse in questi giorni in tutta l’Eurozona, non riguarda acriticamente gli averi dei russi in Svizzera, ma il semplice congelamento di alcuni patrimoni legati alle entità sottoposte al blocco di sanzioni.

Sostanzialmente, oligarchi e imprenditoria russa legata al Cremlino, se non società e individui con agenzia presso lo stesso.

La somma di 5,75 miliardi di franchi è da ritenersi al momento indicativa: nuovi aggiornamenti dei beni congelati potrebbero far salire la somma, e si attende il dato dei beni depositati presso le banche.

La notizia del giorno, e dei social, resta comunque “Svizzera congela patrimoni russi”: scenario che solo un anno fa non sarebbe stato considerato possibile.

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