Editoriale

Sostenuto lo scetticismo di Giorgia Meloni sugli insulti a Mattarella: “Dittatura, non siamo liberi”

Stanno facendo ancora discutere gli insulti a Mattarella, per i quali ieri ci sono state delle perquisizioni di cui vi abbiamo parlato con specifici approfondimenti. In particolare, il tema di oggi riguarda da un lato lo scetticismo di Giorgia Meloni verso l’azione delle Forze dell’Ordine, mentre dall’altro abbiamo le reazioni da parte di coloro che sostengono la leader di Fratelli d’Italia. Un approccio se vogliamo garantista nei confronti degli indagati, che tuttavia ha sollevato un polverone per il modo in cui si è esposta uno dei principali personaggi politici attualmente all’opposizione del governo Draghi.

Cosa ha detto Giorgia Meloni sugli insulti a Mattarella

Nello specifico, le parole di Giorgia Meloni sugli insulti a Mattarella non sono stato di pieno sostegno al Presidente della Repubblica, come qualcuno magari aveva immaginato. Al contrario, la numero uno di Fratelli d’Italia, su Facebook, si è chiesta se il tutto sia stato gestito in modo corretto dalle Autorità. Uno scetticismo che, implicitamente, a detta di qualcuno investe anche il delicato tema della libertà di espressione. A rincarare la dose, anche coloro che la sostengono:

“Molto pericolosa questa deriva dove la costituzione viene sospesa e ogni forma di protesta al riguardo pesantemente perseguita vedremo”;
“Hai perfettamente ragione, e’ diventato impossibile pure esprimersi”;
“Da sottolineare “Sovranista” non a caso. Si avvicina il voto. È partita l’ennesima macchina del fango sinistra!”;
“Cara Giorgia le schifezze a cui ci ha abituato la sinistra neocomunista sfociano nella dittatura del pensiero unico. Chi è contro, a vario titolo, è un pericoloso eversivo. Tranne se è con la falce e martello ed il rosario sotto l’ascella. Viva la libertà e per questo dobbiamo lottare!”.

Come evidenziato da qualcuno, in risposta ai quesiti posti da Giorgia Meloni sugli insulti a Mattarella, la questione verte sull’articolo 21 della Costituzione. Allo stato attuale, le minacce reali vengono ancora condannate, gli attacchi di opinione no. Questi sono tutelati, senza richiamare in gioco il vilipendio.

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