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Si può divulgare sul posto di lavoro quale lavoratore usufruisce della Legge 104?

Si può divulgare sul posto di lavoro quale lavoratore usufruisce della Legge 104? La risposta in breve è no. Né sul lavoro, né altrove. La risposta merita un approfondimento, e come riportato da appositi portali che parlano dell’argomento, il Garante ha avuto modo di pronunciarsi, ex pluris

In sintesi estrema e prima di proseguire, il datore di lavoro ha ovviamente diritto di sapere quali dei suoi dipendenti usufruisca dei benefici di cui alla legge 104, quantomeno per organizzare la sua attività lavorativa, ma non può farne occasione di pubblica notizia, né tra gli altri dipendenti né altrove.

Si può divulgare sul posto di lavoro quale lavoratore usufruisce della Legge 104?

È una situazione affine a quella che abbiamo visto per le fotografie e le conversazioni registrate: posso scattare una foto che comprende delle persone, posso registrare una conversazione se sia necessario per tutelare un mio diritto, ma non potrò mai mostrarle ad anima viva in assenza di espressi requisiti di legge (alle autorità sì, sui social no, per dire).

Esibire o pubblicare dati personali se non personalissimi è un grave illecito.

Torniamo al caso di specie: è possibile che un datore di lavoro abbia un prospetto interno dove riporti ai fini della turnazione quali impiegati sono assenti per qualche motivo.

Creare tabelle della vergogna dove liste di lavoratori sono riportate con l’indicazione della loro assenza, e il “bollino assente per 104” in bella vista in un bizzarro outing tra colleghi e frequentatori del posto di lavoro (come risultò accaduto in un liceo, laddove il dato arrivò anche sul “Registro Elettronico” di classe) non può e non deve essere ammesso.

La “laconicità” non è una scusante: ci si potrebbe difendere dichiarando che la mera indicazione dei permessi 104/92 non consente di trarre indizi diretti sullo stato di salute dell’individuo o dei suoi congiunti, ma ben consente di desumerli.

Sia nel lavoro privato che nel pubblico bisognerà quindi rendere edotta l’organizzazione interna di lavoro di turni e permessi, ma non in modo che consenta di arrivare direttamente alla motivazione, disvelando così, anche “de relato”, preziosi dati sanitari.

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