Un post di Selvaggia Lucarelli, quest’oggi, ha fatto molto discutere, avendo in qualche modo alimentato le polemiche su Andrea Scanzi vaccinato in questo caregiver. A detta del giornalista, infatti, la dose AstraZeneca che gli è stata somministrata durante lo scorso weekend gli spettava di diritto, ovviamente dopo essere stato inserito in una sorta di lista di riserva per dosi che, diversamente, verrebbero buttate dopo le rinunce degli aventi diritto. Una questione delicata, che merita più di una precisazione.
La direzione presa da Figliuolo è chiara e punta a rafforzare iniziative come quella di Scanzi. L’obiettivo, in questa fase, è quella di evitare lo spreco di dosi. Paradossalmente, dopo giorni di polemiche, si potrebbe dire che Scanzi vaccinato rappresenti in qualche modo una sorta di precursore per quello che dovrebbe avvenire con maggiore frequenza già da aprile. Premesso questo, la nuova polemica che investe Selvaggia Lucarelli (dopo quella di qualche giorno fa) ha motivo di esistere? Proviamo a capirlo insieme.
Secondo Selvaggia Lucarelli il punto non ruota tanto attorno al concetto di Andrea Scanzi vaccinato. Su quello è d’accordo, ma con il suo post Facebook ha voluto precisare che non ci si auto-definisce caregiver. Pur dando per scontato che sia un figlio amorevole, infatti, l’opinionista afferma che questo titolo non possa essere dato a cuor leggero al collega. Nella giornata di lunedì, però, sono arrivate indicazioni che ci fanno andare verso altre direzioni.
Come riporta Adnkronos, infatti, c’è un dettaglio cruciale relativo alla storia di Andrea Scanzi vaccinato. Stando alla verifica extra condotta dalla direzione generale dell’Azienda sanitaria, con Antonio D’Urso in prima linea ed in collaborazione con Evaristo Giglio, il direttore del distretto sanitario di Arezzo e responsabile del centro vaccinale dove si è recato il giornalista, tutto si è svolto correttamente. Scanzi era in una lista pubblicata on line dalla Asl Toscana Sud Est sabato scorso.
Per quale ragione abbiamo avuto Scanzi vaccinato? Il diretto interessato è formalmente inserito tra i ‘caregiver’ familiari. Non solo dal punto di vista simbolico, avendo due genitori assistiti, uno dei quali anche in base alla legge 104.
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