Bufala

Scoppia il caso Blattoidei: il cioccolato contiene scarafaggi morti, ma è una bufala

Oggi 31 marzo ci sono arrivate decine di segnalazioni in merito ai Blattoidei, più in particolare a proposito di un fantomatico studio secondo cui il cioccolato conterrebbe scarafaggi morti. Una di quelle notizie destinate a diventare virali e a creare un forte allarmismo soprattutto sui social, se pensiamo che l’annuncio in queste ore sta spopolando su Facebook. C’è da preoccuparsi? Dagli Stati Uniti è arrivato effettivamente un verdetto che potrebbe allontanarci una volta per tutte da uno degli alimenti più amati al mondo? Nulla di tutto questo, siamo al cospetto di una banalissima bufala.

Scendendo maggiormente in dettagli, tutto nasce da un articolo pubblicato dal sito Emozioni Feed, fino a prova contraria privo di qualsiasi forma di autorevolezza per essere creduto sulla questione Blattoidei. Ad oggi, infatti, non esistono ulteriori riscontri sul fatto che ci sia la presenza di scarafaggi morti nel cioccolato. Anche in piccola parte. Non è un caso che, andando più a fondo nel pezzo in questione, viene menzionata la Food and Drug Administration, che monitora proprio quanto contenuto negli alimenti presenti sul mercato.

Dicevamo, “menzionata”. Non linkata. Già, perché cercando in Rete ulteriori riscontri sugli scarafaggi morti nel cioccolato, anche in ottica Blattoidei, l’unico tipo di associazione tra l’ente e questo tipo di alimento ci rimanda ad una pagina dove troviamo una semplice tassonomia dei prodotti disponibili in commercio. Trovate tutto su Registrar Corp.

Insomma, non siamo nemmeno ai livelli di vecchi post acchiappaclick sul cioccolato, come quelli che preannunciavano la sua scomparsa nel giro di 40 anni (potete approfondire con il nostro articolo apposito). Quella dei Blattoidei, infatti, rappresenta una bufala assolutamente insensata, nel tentativo di ottenere un boom di accessi nel giro di poche ore dando la notizia della presenza di scarafaggi morti nel cioccolato. Lo ripetiamo, diffidate sempre di studi del genere, soprattutto quando al loro interno non individuate link che vi rimandino a fonti ufficiali. In loro assenza, chiunque può pubblicare qualsiasi cosa in Rete.

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