Il Caso

Scarlett Johansson condanna un video deepfake che la riguarda: e siamo a due

Scarlett Johansson condanna un video deepfake che la riguarda: l’attrice nota per le sue celebri interpretazioni poliedriche, da La Ragazza con l’Orecchino di Perla fino ai film di supereroi nel ciclo dei Vendicatori è finita, di nuovo, espropriata della sua immagine.

Scarlett Johansson condanna un video deepfake che la riguarda: e siamo a due

Questa volta la sua immagine è stata ricreata in un video di protesta nel quale una sua copia digitale appare con una maglietta con stampato un gesto volgare (il dito medio proteso) in condanna verso Kanye West, rapper che ha abbandonato X dopo essersi autodefinito nazista e aver espresso elogi per Adolf Hitler.

Scarlett Johansson condanna un video deepfake che la riguarda: e siamo a due

“È stato portato alla mia attenzione da familiari e amici, che un video generato dall’intelligenza artificiale a mia immagine, in risposta a una visione antisemita, è stato fatto circolare online guadagnando visualizzazioni. Sono una donna ebrea che non ha tolleranza per l’antisemitismo o l’odio di qualsiasi tipo. Ma credo fermamente che il potenziale di incitamento all’odio moltiplicato dall’IA sia una minaccia molto più grande di quanto possiamo tenerne. Dobbiamo denunciare l’uso improprio dell’intelligenza artificiale, indipendentemente dai suoi messaggi, o rischiamo di perdere il contatto con realtà”.

Scarlett Johansson infatti ha già visto la sua stessa voce “espropriata” quando OpenAI ha lanciato le nuove voci per ChatGPT, e non riuscendo a incassare il consenso dell’attrice per doppiare una voce ispirata al film Lei (dove la Johansson interpreta una seducente AI che attira a sè il protagonista), a fatto ricordo ad una doppiatrice

“non sindacalizzata, dalle sonorità paragonabili a un’età compresa tra i 25 e i 45 anni, suadente, coinvolgente e carismatica”

Registrata e incorporata nell’AI per creare un risultato riassunto dagli ascoltatori in [una donna] che sta per levarsi di dosso i vestiti, una convincente imitazione della Johansson dal fare seducente e condiscendente che ha lasciato l’attrice “scioccata, arrabbiata e incredula per il fatto che il signor Altman avesse scelto una voce talmente simile alla mia, che i miei amici più cari e gli organi di informazione non erano in grado di distinguerla».”

Una volta è un caso, due volte è un problema: se arrivassimo alla terza, sarebbbe un problema enorme, per tutti.

Per questo, l’idea di Scarlett Johansson di chiedere una moratoria o quantomeno norme stringenti sulle AI non è poi così peregrina, anzi.

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