Le notizie su Salvini aggredito a Pontassieve si rincorrono, specialmente da quel tweet del deputato Lega Guglielmo Picchi che sui social aveva riportato per primo l’episodio scrivendo: “Salvini aggredito a Pontassieve da una facinorosa militante antifascista che gli ha strappato camicia e rosario. I veri democratici”. Il tweet è sparito poco dopo (qui una replica) e sono arrivate le notizie dalle testate ufficiali. Secondo le prime ricostruzioni il leader del Carroccio si trovava a Pontassieve (Firenze) per una tappa del tour elettorale. A un certo punto si sarebbe avvicinata una ragazza e gli avrebbe strappato camicia e rosario di dosso.
In un primo momento alcuni quotidiani hanno riportato che la donna responsabile dell’aggressione a Matteo Salvini proveniva da una manifestazione di dissidenti organizzata nella stessa mattina, per questo Guglielmo Picchi ha twittato subito indicandola come facinorosa antifascista. Al contrario la Questura, come riportano i quotidiani e le agenzie, non aveva preso parte alla contromanifestazione.
La Questura spiega che la donna, una 20enne di origini congolesi, si trovava in un forte stato di alterazione psicofisica:
In base a quanto emerso, la ragazza stava tornando a casa dal lavoro e si sarebbe trovata casualmente in mezzo ai sostenitori della Lega che erano intorno a Salvini. A quel punto ne avrebbe approfittato per avvicinarsi al leader del Carroccio e afferrarlo per la camicia. L’episodio, spiega la polizia, sarebbe del tutto sganciato dalla manifestazione di protesta contro Salvini che è in corso a Pontassieve, alla quale stanno partecipando alcune decine di antagonisti.
L’intervento delle forze dell’ordine è stato tempestivo e la donna è stata fermata. La Digos indaga sulla sua posizione e sulle sue condizioni, e su Leggo leggiamo che rischia una denuncia per violenza privata e resistenza a pubblico ufficiale. La donna risulta incensurata. In un video pubblicato da Huffpost possiamo vedere gli attimi concitati in cui la donna gridava: “Io ti maledico”.
Salvini, aggredito a Pontassieve, si è sfogato sui social:
La camicia strappata la posso ricomprare, il Rosario strappato con violenza dal collo che mi aveva donato un Parroco purtroppo no. A questa rabbia rispondo col sorriso e col lavoro, evviva l’Italia delle donne e degli uomini che credono nella libertà, nella serenità e nel lavoro. Per la ‘signora’ che mi ha aggredito e insultato non provo rabbia, solo pena e tristezza. Avanti, senza paura e a testa alta.
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