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Ricardo López, lo stalker che voleva uccidere Björk e registrò il suo suicidio in VHS

Nella mente di Ricardo López, la cantautrice islandese Björk è destinata a lui e per questo non tollera quella relazione con Goldie che riempie le prime pagine dei tabloid internazionali. Per cui, dal suo appartamento di Hollywood, in Florida, Ricardo tesse le prime trame della sua vendetta. Fino a quel momento ha scritto un diario di 803 pagine per poi passare a intere VHS dalla durata di due ore nelle quali documenta il suo piano: costruire un pacco bomba da far recapitare alla sua musa.

Ora Ricardo è sul suo divano, completamente nudo. Si è dipinto la faccia, ha puntato su di sé le telecamera e ondeggia nervosamente con una pistola in mano.

L’ossessione per Björk

Chi ama Björk sa quanto sia ipnotica la musica della cantautrice islandese. Se nel mondo mainstream sono note It’s Oh So Quiet e Army Of Me, nel profondo troviamo Venus As A Boy, Play DeadPossibly MaybeOceania e tanti altri piccoli capolavori impossibili da dimenticare.

Nato nel 1975, Ricardo López ha sempre avuto un rapporto tormentato con il mondo esterno. Se da una parte ha coltivato un numero davvero esiguo di amicizie con gli uomini, con le donne le cose vanno peggio: López prova imbarazzo per la sua forma fisica, specialmente perché è affetto dalla sindrome di Klinefelter che lo porta a quell’ipogonadismo che lo fa sentire inadeguato. Sogna di diventare famoso, vorrebbe fare l’artista, ma ogni tentativo cade nel vuoto. Per cui a 17 anni si rifugia nell’appartamento A del Van Buren Plaza di Hollywood e si tuffa nella sua spirale di follia.

Come ricostruisce uno studio dell’Università di Oxford, intorno al 1993 Ricardo scopre la sua passione per Björk. Non si limita, Ricardo, ad ascoltare i suoi dischi – nel 1993 esce Debut – ma divora interi articoli che la riguardano, segue le interviste e raccoglie tutto il materiale pubblicato dalla stampa. Ancora, Ricardo invia alla sua cantante preferita numerose lettere che non riceveranno mai risposta.

Come sottolineano su Emadion, quella di Ricardo López per Björk è qualcosa che va ben oltre la comune passione di un fan per un artista: la sua è pura ossessione tossica. Ricardo vorrebbe costruire una macchina del tempo per viaggiare a ritroso e trascorrere l’infanzia con il suo idolo, prega affinché la cantautrice islandese lo accolga nella sua vita, vorrebbe essere un suo punto di riferimento.

Nel suo diario, Ricardo riversa l’amore, la frustrazione, la rabbia, l’odio e ancora l’amore per la voce di Play Dead. Nel 1996 qualcosa si rompe: sul tabloid Entertainment Weekly compare la notizia della relazione tra Björk e Goldie. Per Ricardo è un colpo basso e per questo decide di vendicarsi.

Il pacco bomba

Il 14 gennaio 1996 la progressione mortale di Ricardo López raggiunge un nuovo livello, ancora più inquietante e tossico: inizia il video diario. “Test, 1 2 3, test. Ciao, mi chiamo Ricardo Lopez, è il 14 gennaio 1996. Oggi è il mio compleanno, ho 21 anni”. Seguiranno 20 nastri che qualche utente ha raccolto su YouTube in una playlist dedicata.

Nel progetto di Ricardo non c’è solo l’eliminazione della sua cantautrice preferita, ma anche l’autodistruzione. Il piano è quello di progettare un pacco dal quale usciranno aghi infettati del virus dell’HIV, ma presto il 21enne abbandona l’obiettivo. Così Ricardo sceglie il pacco bomba: un libro contenente acido solforico che investirebbe Björk una volta aperto l’involucro. Si incontreranno e si ameranno in Paradiso, nella mente di Ricardo.

In 20 nastri Ricardo documenta la costruzione della sua vendetta. Invierà il pacco alla Elektra Records di Londra, la casa discografica di Björk.

The last day

L’ultimo giorno, questo il titolo del nastro numero 20 registrato il 12 settembre 1996, è l’ultimo atto della follia di Ricardo. Il 21enne esce di casa per spedire il pacco e quando fa rientro a casa si spoglia, si rade i capelli e dipinge il suo volto di rosso e verde.

Ricardo López filma tutto, poi punta la telecamera sul divano sul quale si siede. Alle sue spalle affigge la scritta The Best Of Me con la data di quel giorno. Alla sua sinistra, sul televisore, scorrono immagini di Björk. Nel sottofondo passano le note del brano I Remember You. Ricardo mostra alla telecamera la revolver calibro 38 con la quale si toglierà la vita.

Seduto sul divano, Ricardo ansima nervosamente. Ogni tanto il suo labiale segue le parole della canzone che ha scelto come requiem per quell’atto feroce e disperato. Lo sguardo si muove lungo la stanza in maniera disordinata, ogni tanto ritorna verso la telecamera in un ultimo fiato di confusione e caos.

Infine, Ricardo esclama: “Questo è per te!”. Infila la canna della pistola in bocca e spara. Un ultimo sospiro, gli occhi si chiudono e il corpo si accascia sulla destra, scomparendo dalla telecamera.

Il ritrovamento del corpo e le dichiarazioni di Björk

Il 16 settembre 1996 l’amministratore del Van Buren Plaza di Hollywood, il condominio dove vive il 21enne, segnala alle autorità che dall’appartamento A arriva un odore insopportabile e che probabilmente ci sono infiltrazioni di sangue dalle pareti.

La polizia irrompe nell’appartamento e rinviene il corpo di Ricardo López privo di vita. Gli agenti trovano i nastri registrati e si soffermano su quella videocassetta dal titolo The last day. Vedono l’indirizzo di quel pacco bomba e avvertono subito Scotland Yard.

Il pacco viene intercettato e bloccato. Nel frattempo il Van Buren Plaza viene evacuato per la possibile presenza di altro materiale esplosivo. Un articolo di Repubblica dell’epoca parla della cantante “viva per miracolo”.

“Ho avuto più paura per mio figlio”, dirà Björk ai giornalisti. “È molto triste che qualcuno si sia sparato in pieno volto”, aggiunge l’artista. La cantautrice invia una lettera e un mazzo dei fiori alla famiglia di quel ragazzo.

Ricardo non sapeva che mentre registrava il suo suicidio in VHS, la relazione tra Björk e Goldie era già conclusa.

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