Bufala

Le 5 regole dei divulgatori scientifici contro le fake news sui vaccini

“I vaccini possono indebolire il sistema immunitario, sono potenzialmente tossici e soprattutto causano l’autismo”. Da tempo circolano in rete informazioni del tutto false e infondate in materia di vaccini. A nulla sono servite le pronte smentite da parte del Ministero della Salute e di luminari della scienza e della medicina. Benché ciascuno sia libero di avere un proprio pensiero, sostituirsi ai medici è gravissimo e genera una disinformazione dilagante molto pericolosa, perché complice la rete si veicolano informazioni non corrispondenti a verità, che poi è difficile arrestare. Perché online è vero tutto e il contrario di tutto, anche se così non dovrebbe essere. Le organizzazioni pro vax si battono molto per la loro causa. I responsabili della comunicazione hanno un ruolo decisivo in tutto questo. Con la gestione dei social e dei flussi di informazioni cercano di contrastare la diffusione di fake news sui vaccini. Queste ultime hanno generato un sentimento di sfiducia verso i medici, la scienza, le istituzioni.

Un team di ricercatori australiani ha chiesto a chi si occupa della comunicazione pro vax cosa si potrebbe fare per mettere un freno alle bufale dei no vax e alle fake news sui vaccini. Questo, con l’obiettivo di ripristinare il senso di fiducia nella scienza e nelle istituzioni. Ne è emerso una sorta di manuale delle regole d’oro da seguire per contrastare la diffusione di notizie false online su questa spinosa questione.

Informazione scientifica VS Fake news sui vaccini

  1. Il dibattito sui social e in rete è ovviamente aperto a chiunque, anche a chi ha posizioni estremiste e che nulla hanno a che fare con la scienza. Gli intervistati hanno sottolineato l’importanza di mantenere un tono garbato e rispettoso, senza mai sfociare in risposte offensive che potrebbero amplificare in senso negativo la già spinosa questione. Importantissimo è non dare visibilità agli attivisti, limitando il più possibile le interazioni con loro.
  2. La seconda strategia, è trattare la scienza in modo semplice, che non vuol dire semplicistico. La materia è certamente complicata, ma avvicinare l’utente è importante per spiegargli la verità delle cose, che devono essere comunicate per quanto possibile con chiarezza espositiva. Anche perché, di contro, le fake news si avvalgono sempre di un linguaggio estremamente facile e semplice da capire.
  3. La propaganda di informazioni anti-scientifiche passa attraverso una comunicazione che punta a far credere che ci sia volontà, da parte di qualcuno, di tenere nascoste determinate informazioni, a discapito del cittadino e della sua salute. Si tratta di un atteggiamento scorretto e apertamente ostile, che i moderatori delle organizzazioni hanno imparato a fronteggiare rafforzando la propria presenza online e aumentato la visibilità dei loro canali. Questo, per dare maggiore capillarità possibile all’argomento e non avere un’informazione polarizzata in un solo senso.
  4. Non bisogna poi riprendere in modo esplicito l’informazione fasulla per evitare di rafforzarla nella mente di chi legge.
  5. Divulgare sì aneddoti che riguardano la positività dei vaccini, ma senza escludere del tutto la parte che riguarda i possibili rischi e/o effetti collaterali. In questo modo si fortifica un legame di fiducia con gli interlocutori, basato sull’onestà e la completezza dell’informazione.

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