Ci segnalano i nostri lettori un link che su Facebook sta girando moltissimo oggi 19 agosto e che, a conti fatti, fa tornare di moda la bufala dei 35 euro ai migranti. Tutto ruota attorno al messaggio “Il vero razzismo sta nel dare 280 euro al mese ad un disabile e 1.120 euro al mese ad un immigrato”. Premesso che, soddisfatti tutti i requisiti previsti dalla legge, la quota per i disabili sia nettamente superiore, sui 35 euro ai migranti si potrebbe citare un articolo di UNHCR.
Il fondo è assegnato agli enti locali e non ai migranti. Si tratta di soldi che occorrono per servizi di pulizia personale e dell’ambiente, oltre all’erogazione di pasti e la fornitura di beni di prima necessità. Basti pensare al caso di lenzuola e vestiti, fino ad arrivare ai servizi di mediazione linguistica e culturale. Ecco il post che alimenta inutili polemiche.
Il mendicante del web di oggi gioca l’ennesima strategia molto in voga e sempre più appetibile, su Facebook, tra gli adepti del popolo del buongiornissimo e dell’indinniazione. Le quasi 8000 condivisioni sono la prova di un’ostinazione a credere a tutto ciò che l’odio propone, specie quando quest’odio non ha fonte né prova alcuna di quanto si dice.
Il post è stato pubblicato sul profilo di un utente. Nonostante i commentatori – e li ringraziamo – facciano notare che non vi è alcuna prova a certificare l’attendibilità di quanto sovrimpresso nell’immagine, il post persiste e finisce sulle bacheche dei condivisori compulsivi. Nel ribadire che un’immagine con testo non accompagnata da fonte non è un’informazione, vi elenchiamo due punti:
Lo sappiamo: convincere vostro cugino, vostra zia, la vostra portinaia, il vostro collega, la mommy che condivide questi contenuti nei gruppi WhatsApp dei genitori “informati” è impresa ardua, se non impossibile. Questi personaggi obbediscono passivamente al comando “condividi”, altrimenti non si sentono parte di un sistema, per quanto fallimentare e pericoloso. Il nostro invito è sempre quello di verificare prima di condividere. Il nostro invito, ancora, è quello di istruire i vostri cari alla consapevolezza che tutto deve avere una fonte, per essere considerato attendibile e degno di commento.
Infine, e non per minore importanza, ricordate che la bufala può anche avere delle conseguenze legali di cui abbiamo parlato nella nostra guida dedicata. Crearle e contribuire alla loro diffusione non è cosa da poco, specie quando si tratta di notizie che coinvolgono terze persone e gettano discredito su una realtà in base a pregiudizi razziali, promuovendo così una violenza gratuita e un allarme diffuso.
Tutto, su Internet, ha delle conseguenze. La bufala di oggi, inoltre, fa leva sul discorso dei 35 euro che abbiamo esaurientemente spiegato nella nostra guida utile sui miti da sfatare sui migranti. Inutile dire che sono discorsi affrontati più volte, fino allo sfinimento e alla monotonia. Insomma, stop alla fake news di 35 euro ai migranti.
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