Bufala

Rabbia per cure vietate a negazionisti con modulo autocertificazione Covid anti mascherine, ma è fake

Occorre dare un freno alle voci relative al modulo autocertificazione Covid, sulla carta utilizzabile dai cosiddetti negazionisti del Coronavirus che non intendono rispettare le regole sulle mascherine. Senza dimenticare la questione del distanziamento sociale. Una trollata, o se vogliamo una sorta di esperimento sociale, che a differenza di quanto avvenuto all’inizio della fase 2 a maggio, in merito alla possibilità di vedersi tra fidanzati, questa volta verte su una vera e propria fake news.

La bufala del modulo autocertificazione Covid contro le mascherine ed il distanziamento sociale

In sostanza, da alcuni giorni sta girando sui social quello che sembra un classico modulo autocertificazione Covid. Firmandolo, da un lato i cosiddetti negazionisti affermano sotto la propria responsabilità di essere esenti dal rispetto delle attuali normative su mascherine e distanziamento sociale. Allo stesso tempo, però, ci si assume anche un altro impegno, visto che al momento della firma del documento, viene meno il diritto a ricevere cure presso le strutture ospedaliere in caso di tampone positivo al Covid-19.

Fin qui la bufala, mentre come riporta Giornalettismo, a questo punto scatta una sorta di esperimento sociale. Le stesse persone pronte a fare meno di mascherine e distanziamento sociale, sfruttando al massimo il modulo autocertificazione Covid, sono le stesse che protestano per le mancate cure in caso di infezione. Insomma, negazionisti a metà, al dì della natura fake del documento in questione, in quanto si pretende un servizio in merito ad un argomento la cui esistenza viene di suo negata.

Un fatto sicuramente curioso, che evidenzia quanto possano essere confuse le idee degli italiani (e non solo) a proposito del Coronavirus. In ogni caso, per evitare che si generino ulteriori tensioni, resta necessario chiarire che la storia del modulo autocertificazione Covid rappresenti solo uno scherzo, tramutatosi in esperimento sociale per le presunte mancate cure in caso di infezione.

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