Questa foto di bambini segregati deve fare il giro del mondo!

Ci segnalano i nostri contatti una foto di bambini segregati

“Foto di bambini segregati”

Siamo costretti ad usare il doppio tag per un semplice motivo, che se ci ascoltate attentamente spiegheremo brevemente: il buon giornalismo, come la corretta informazione, prevedono che se si scelga di dare una notizia, questa vada data secondo le 5W.

Who, Where, When, Why and What, in Italiano chi, quando, dove, perché e cosa: una notizia corretta dovrebbe infatti chiarificare chi sono i soggetti descritti, dove la cosa sta accadendo, quando la cosa sta accadendo, perché la cosa sta accadendo e cosa sia esattamente la cosa che sta accadendo.

La foto di bambini segregati non assolve a questo obiettivo in nessuna delle condivisioni che ci è stata inviata.

Sappiamo che ci sono dei bambini segregati, e sappiamo che esiste un invito a condividere e far girare: e, peraltro, solamente in pochi, tra cui noi, hanno avuto quantomeno la cortesia di censurare i volti nella foto di bambini segregati.

Andiamo con ordine, e forniamo quindi i dati corretti.

Chi sono i soggetti nella foto? I piccoli studenti della scuola Laerskool Schweizer-Reneke, in Sudafrica.

Dove sono avvenuti gli eventi nella foto? Ovviamente, in Sudafrica

Quando sono avvenuti gli eventi della foto? Secondo le prime indagini, proprio il corrente mese, il Gennaio del 2019

Perché è successo ciò? È quello che gli ufficiali del locale Ministero per l’Educazione stanno appurando avendo appena mandato degli ispettori.

Ma cosa è successo?

È successo che, evidentemente, in Sudafrica l’apartheid è stato superato, ma la vischiosità culturale ha avuto il suo meglio.

È successo che, nel mese di gennaio, nelle ormai onnipresenti e vituperate chat delle mamme su WhatsApp ha cominciato a girare questa foto, che testimoni dichiarano essere stata accolta dai ringraziamenti dei genitori degli scolaretti di etnia bianca, ma comprensibilmente accolte con sdegno e indignazione dai genitori degli scolaretti di colore.

Quindi si renderà necessario cominciare immediate immagini, che spero porteranno presto ad appurare verità ed ammanire punizioni.

Il doppio tag Disinformazione – Analisi in corso non vuole affatto negare la gravità dell’evento descritto, reale, ma chiedere pazienza perché il Ministero dell’Educazione Sudafricano finisca le analisi in corso, e ribadire che si tratta di una scuola Sudafricana.

AGGIORNAMENTO: Nostri solerti lettori e collaboratori di quelle zone ci segnalano, allegando numerosi riscontri nella stampa locale che la situazione si sta evolvendo.

Nonostante gli ostacoli dati da contestazioni e sollevazioni al riguardo, gli ispettori ministeriali sono riusciti a vagliare la situazione, deliberando preliminarmente di sospendere l’insegnante coinvolta nella questione e consentire la ripresa delle lezioni con un nuovo insegnante.

Laddove il Ministero ha ritenuto vi fosse nella foto di bambini segregati l’estremo di un caso di discriminazione, comminando così un procedimento cautelare di particolare gravità, la scuola sembra ancora dissociarsi, rigettando l’addebito, dichiarandosi pronta a combattere ogni forma di discriminazione e apparentemente ascrivendo la segregazione a mere questioni didattico-linguistiche assolutamente slegate da ogni forma di razzismo.

Le indagini ministeriali non si fermano però a questo punto, e sospetti di casi simili sono comparsi in una scuola nella città di Matatiele, nella provincia del Capo Orientale.

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