Un errore comune è ritenere che quando si abbiano problemi gastrointestinali la cura più comune sia il magico “mangiare in bianco”. Ma non solo non si deve, non si deve improvvisare. Curare la dieta quando si sta male aiuta, trasformarla in un “monocolore” può addirittura essere dannoso.
Quando si ha la diarrea o si vuole perdere peso bisogna mangiare in bianco?
Non solo la dieta in bianco di per sé non aiuta ma, come per molte “cure fai da te”, distrae l’attenzione da quello che andrebbe fatto davvero.
Secondo la società italiana di Pediatria non vi è alcuna utilità nel passare alla dieta in bianco: un bambino non può curare da solo la sua alimentazione, quindi sarà il genitore a limitare i cibi ad alto contenuto di zuccheri semplici (dolci, bevande gassate, succhi di frutta), latori di una carica osmotica che potrebbe peggiorare la diarrea e proporre pasti piccoli e frequenti per vincere l’inappetenza del piccolo e fornire liquidi per reidratare quanto il corpo ha perso.
Per un adulto c’è anche di peggio: il “mangiare in bianco” viene presentato agli adulti come una doppia panacea che cura i disturbi gastrointestinali e aiuta a perdere peso.
«Mangiare in bianco pasta, riso oppure cereali conditi al massimo con dell’olio oppure del formaggio o del burro aumenta la velocità con la quale l’amido di cui sono ricchi questi cibi viene trasformato in glucosio e assorbito dal corpo», spiega la nutrizionista Nicoletta Bocchino sulle pagine di La Cucina Italiana «Ciò comporta un rischio più elevato di picchi glicemici, che da una parte favoriscono il sovrappeso, il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari e tanti altri disturbi, dall’altra influenzano gli ormoni della fame, dando poca sazietà e aumentando il rischio di attacchi di fame improvvisi»
Va ricordato inoltre che il corpo umano è progettato per la variabilità: come nella storia di Giovannino Guareschi in cui dopo un mese passato a mangiare polenta ammanita dalla moglie il piatto è passato dal diventare il piatto preferito dallo scrittore al piatto più odiato, passare ad una dieta scarna e poco variata provoca inappetenza verso quei cibi e stimola il corpo a richiedere altro, compresi gli “spuntini fuori pasto”.
Un adulto ammalato trarrà quindi massimo privilegio assumendo probiotici, come quelli contenuti in yogurt e affini, conservando una dieta variata ma sana. Sia adulti che bambini dovranno curare alimentazione e idratazione e seguire i consigli del medico, e non quelli della nonna.
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