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PRECISAZIONI La Francia non discrimina l'Italia per la Xylella – Bufale.net

La Commissione Europea ha definito legittime le misure prese recentemente dalla Francia per bloccare l’importazione di 102 specie vegetali dalla Puglia. Il problema di tutto sta nella Xylella Fastidiosa – nome che dice molto.

Come riportato anche sul Fatto sono state messe «al bando ulivo e vite, ma anche fico, albicocco, mandorlo, pesco, agrumi, ciliegio, gelso e molte piante ornamentali». Stando alla Commissione è pacifico che «in caso di pericolo imminente, uno stato membro possa immediatamente prendere misure ulteriori contro le importazioni da paesi terzi [inoltre] può notificare alla Commissione le misure che vorrebbe vedere venissero prese, come ha fatto la Francia».

Secondo la Coldiretti questa iniziativa sarebbe un atto di discriminazione verso i prodotti di una regione italiana, mentre non ci sarebbero provvedimenti contro paesi extracomunitari.

«Ue lascia bloccare alla Francia le piante pugliesi e non interviene per fermare le importazioni da Paesi extracomunitari  da cui proviene la malattia».

Ma è davvero così? NO!

Basta andare a leggere quanto riportato nel sito del Ministero dell’Agricoltura Francese, di cui  riportiamo due passi in particolare:

«Mesures à l’importation : Interdiction d’importation à partir des pays tiers, ou régions de pays-tiers, contaminés ; exigence de garanties sur l’établissement d’origine ; test systématique et obligatoire (recherche de la bactérie Xylella par PCR), avec résultat favorable avant libération du lot mesures circulation intra-UE : interdiction depuis les zones délimitées».

Traduzione:

«Misure di importazione: divieto di importazioni da paesi terzi o regioni di paesi terzi contaminati; esigenza di garantire lo stabilimento di origine; sperimentazione sistematica e obbligatoria (ricerca del batterio Xylella PCR) con risultati positivi prima del rilascio della partita nel mercato interno UE: divieto dalle zone delimitate».

Questo invece è il passo che riguarda la regione italiana contaminata:

«Depuis la zone contaminée en Italie : 7 millions de plants de vigne sont produits tous les ans dans la province de Lecce (dans la zone contaminée) an, principalement à l’export mais certains sont à destination du marché français ; Végétaux d’ornement, comme des vieux oliviers ou des laurier-roses pour l’aménagement paysager».

Traduzione:

«Quanto la zona contaminata in Italia: 7milioni di piante di vite vengono prodotti ogni anno in provincia di Lecce (nella zona contaminata), principalmente per l’esportazione, destinati specialmente per il mercato francese; Piante ornamentali, come alberi o vecchi oleandri da paesaggio».

Va fatto inoltre notare che nel sito dell’ente francese non si menzionano solo paesi dell’unione, dove la Xylella era praticamente assente fino al caso italiano. Che l’Italia sia l’unico paese dove è presente questa minaccia lo riporta anche l’EFSA (European Food Safety Authority). Nell’ottobre 2013 due focolai sono stati rilevati nella zona di Lecce; il caso è stato subito segnalato dalle autorità italiane. Intanto il batterio ha causato una rapida e significativa moria di alberi con sintomi di appassimento nelle foglie di oleandri e di mandorli. Come sia arrivata esattamente al momento non ci è dato saperlo. Di certo non per colpa della Francia.

Del resto il pericolo di contaminare tutta l’Unione è più che concreto, come fa notare il biologo ambientale Marcello Nicoletti dell’Università La Sapienza di Roma, il quale spiega che le attuali misure di sicurezza, come «sradicare gli ulivi» non bastano:

«Anche dopo aver distrutto le piante gli insetti restano nell’ambiente e continuano a diffondere la Xylella [per questo è importante aggredire gli insetti portatori ed effettuare modifiche nel terreno] modificandolo in modo che fornisca alla pianta il sostegno di cui ha bisogno».

Per tanto la notizia è vera, mentre gli unici a discriminare l’Italia, per adesso, sono gli insetti portatori della Xylella; che hanno trovato a Lecce il ventre molle su cui basare la loro testa di ponte su tutta l’Unione Europea, dato che prima questa piaga non era presente.

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