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Pordenone: carro armato colpisce un allevamento di galline, incredulità e conseguenze

“Carro armato colpisce un allevamento di galline” è quel genere di notizia che ai cinefili ricorderà qualcosa.

In una delle scene più memorabili del film “Don Camillo e l’Onorevole Peppone”, il duo di protagonisti viene incaricato di portar via da un podere un carro armato abbandonato durante la Seconda Guerra Mondiale.

A causa della loro mancanza di praticità coi comandi i due centrano con l’ultimo colpo rimasto in canna la “Colomba della Pace”, un simbolo municipale piantato da Peppone stesso, per poi decidere di incolpare ignoti facinorosi del gesto.

A Pordenone si è consumata una versione moderna della nota scenetta, laddove “carro armato colpisce un allevamento di galline” è stato, effettivamente, un evento reale. E non privo conseguenze.

Pordenone: carro armato colpisce un allevamento di galline, incredulità e conseguenze

Ci riferisce infatti ANSA

La Procura di Pordenone ha aperto un’inchiesta. Indagini in corso da parte dei Carabinieri: i carri armati impegnati nell’esercitazione – sarebbero almeno 4 – sono stati posti sotto sequestro. La zona dove si trova l’allevamento è alla prima periferia del paese. Da quanto apprende l’ANSA, l’incidente si è verificato durante un’esercitazione notturna della Brigata Pozzuolo del Friuli, in cui erano impegnati congiuntamente il Genova Cavalleria e i Lagunari di Venezia. I militari non si sarebbero accorti immediatamente dell’errore perché il colpo non ha innescato alcun incendio. Le indagini della Procura di Pordenone dovranno chiarire perché il “Blindo centauro” ha sparato in direzione del centro abitato, visto che l’area riservata ai tiri si trova in direzione opposta. Ad accorgersi dell’incidente sono stati stamani i titolari dell’azienda agricola, che non riuscivano a darsi una spiegazione del danno al capannone e del decesso delle galline e hanno chiesto ai Carabinieri della Compagnia di Spilimbergo di intervenire. I militari dell’Arma, che erano informati dell’esercitazione notturna, hanno collegato gli elementi e risolto quello che sembrava un giallo.

Il mistero è svelato: i carri armati in esercitazione, per ovvi motivi, non usano colpi carichi di esplosivo, ma testate “vuote”, semplici involucri di metallo privi di polvere da sparo o simili detonanti.

In compenso l’energia cinetica non è una variante nulla, e un ammasso di metallo di forma aereodinamica che piomba dall’alto su un edificio è destinato, per la sola applicazione della forza di gravità unita al moto rettilineo è destinato per sua natura a far danni.

Parte dell’edificio è stata quindi sfondata, e l’indomani i proprietari hanno trovato dei buchi sulla parete dell’allevamento, galline uccise dai calcinacci e tracce compatibili col getto del proiettile.

“Non c’è tempo per le considerazioni sui fatti, qui bisogna lavorare e andare avanti”

Riferisce il proprietario del capannone, a cui restano inevitabilmente i danno da riparare all’edificio, il costo delle galline rimaste uccise e le riparazioni al sistema automatico che, fortunatamente, ha evitato la presenza di operatori umani che avrebbero potuto essere ulteriormente coinvolti nel crollo.

Le reazioni

A parte la solita ironia del Web che ci ha ahinoi travolto, il Sindaco del comune ricorda la presenza di minori nelle unità abitative attigue all’azienda agricola, chiedendo chiarezza e chiedendosi, comprensibilmente spaventato, cosa sarebbe accaduto se i nuclei familiari fossero stati coinvolti.

I cittadini ricordano come la convivenza con operazioni militari spesso sia difficile, tra manovre militari che comportano immissioni di suoni e vibrazioni (queste ultime in grado di accelerare il degrado degli edifici), ed abbiamo un esposto alla procura militare in corso da parte di una associazione animalista.

È stata proprio l’assenza di esplosivo nel proiettile a limitare i danni, ma anche a ritardare le indagini: nessuno si è accorto del danno fino all’ispezione, il mattino dopo, nell’allevamento.

Foto di Copertina: “Don Camillo e l’Onorevole Peppone”, tutti i diritti riservati

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