False credenze

Perché crediamo ai miti sulle mestruazioni che fanno inacidire il cibo e seccare i fiori?

Una domanda che ci è stata posta recentemente, e che non sapevamo se porre tra divulgazioni e falsi miti è perché crediamo ai miti sulle mestruazioni che fanno inacidire il cibo e seccare i fiori.

La risposta è ovviamente da ricercarsi in miti risalenti ad età arcaiche: miti biblici in Occidente, ma simili in diverse culture.

Perché crediamo ai miti sulle mestruazioni che fanno inacidire il cibo e seccare i fiori?

Possiamo tracciare una immaginaria linea Maginot del mito mestruale, che divide popolazioni che ritengono il ciclo mestruale una punizione divina che rende la donna impura e popolazioni che ritengono il ciclo mestruale una benedizione che con la fertilità porta “grande potere e responsabilità”, per citare Spider-Man.

Perché crediamo ai miti sulle mestruazioni che fanno inacidire il cibo e seccare i fiori?

Ad esempio nell’antica cultura Egiziana il sangue mestruale era considerato un ingrediente prezioso per pozioni in grado di stimolare la potenza spirituale, e nell’antica Grecia, sia pur parlando di popolazioni essenzialmente patriarcali, il ciclo mestruale era collegato alla massima acutezza spirituale e mentale. Cosa questa che non impedì ad Aristotele di definire ripetutamente la donna un “uomo inferiore” e definire lo sperma superiore al mestruo ed ad Ippocrate di sentenziare che era necessario per le fanciulle sposarsi perdere la verginità il prima possibile perché il sangue mestruale si sarebbe altrimenti accumulato nel corpo a causa della presenza dell’imene portando all’isteria.

Gli antichi romani attribuivano al sangue mestruale poteri ambivalenti: una donna durante il ciclo avrebbe potuto, secondo il mito, far seccare le piante, far impazzire gli animali e rendere ottuso il filo di spade e rasoi col solo sguardo, ma al contrario anche proteggere i raccolti e allontanare le tempeste, curare le malattie e non impediva a sacerdotesse come le Vergini Vestali di eseguire i loro doveri.

Nessuna ambiguità però compariva nelle religioni Abramitiche: nell’Ebraismo le mestruazioni erano, semplicemente, impure, e quindi sottoposte ad una serie di restrizioni religiose fino alla cessazione del ciclo e la purificazione, come anche nell’Islam, laddove il ciclo rende impossibile effettuare alcune ritualità religiose.

A ben vedere, anche nello Shintoismo il ciclo mestruale vale come “esenzione” dai riti religiosi.

E nel mito Occidentale?

La domanda ovviamente pertiene le credenze italiane. Credenze che come abbiamo visto derivano direttamente dalle religioni abramitiche per mezzo del Cristianesimo, unite però ai successivi miti legati alla stregoneria.

Testi come il Malleus Maleficarum, manuale a metà tra un codice di procedura per Inquisitori ed un testo di “cose che mi sono totalmente accadute, fidati amico, tipo quella volta che ho ucciso un drago, se non mi chiedi ora ti faccio chiamare dal drago che ti racconterà tutto del nostro epico scontro” redatto dall’Inquisitore Heinrich Kramer e dal Teologo Jacob Sprenger, popolarizzarono il sangue mestruale come ingrediente ricercato nella stregoneria, perlopiù per ottenere filtri di amore e altre pozioni dagli stravaganti poteri.

Tra Medioevo e Rinascimento la mitologia religiosa Giudeo-Cristiana del mestruo come impurità e quella Greco-Romana del sangue mestruale come dotato di un potere spirituale immenso e potenzialmente impossibile da controllare, comunque dal potere così travolgente da essere impossibile da fermare per l’uomo che cadesse vittima di pozioni e filtri portò alle mitologie attuali.

Nel De Occulta Philosophia di Cornelio Agrippa di Nettesheim il “sangue dei mestrui” viene espressamente definito quella cosa con cui “i magi operano prodigi o cose mostruose” in grado di far “inacidire ogni nuova produzione” di far seccare le piante, inacidire cibi e bevande ma anche di curare la malaria, diserbare i prati uccidendo i parassiti e conferire alla donna col ciclo l’assurdo potere di generare serpenti dai capelli e scacciare i serpenti bruciando i capelli.

Conclusione

Ovviamente una donna durante il ciclo mestruale potrà coltivare piante, cucinare e fare tutto quello che farebbe normalmente. La mitologia che vede il ciclo mestruale un elemento “impuro” che corrompe i cibi e uccide le piante deriva da antichi tabù religiosi uniti ai miti stregoneschi che vedono il sangue mestruale essere il più potente, ma per questo privo di ogni limite, elemento per incantesimi e pozioni.

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