La pagina Facebook Il Regno dell’Amore ha pubblicato, il 27 settembre, un post in cui si riporta un avvertimento sui rotoli di carta igienica dei bagni pubblici. Secondo Il Regno dell’Amore i tossicodipendenti sarebbero soliti pulire i loro aghi infetti all’interno dei rotoli, e per dimostrare questa tesi viene allegata una foto.
PER TUA INFORMAZIONE:
Una piccola informazione per chiunque usa bagni pubblici. Le due aree cerchiate nella foto sono luoghi in cui un tossicodipendente ha infilato il proprio ago nella carta igienica per pulire il sangue in modo da poter potenzialmente riutilizzare l’ago in futuro. Quando usi un bagno pubblico, controlla SEMPRE l’area circostante. Non sai mai cosa troverai.
Premessa: prestare attenzione a ciò che ci circonda, specie quando ci troviamo all’interno di un bagno pubblico, è sempre utile. Il sottoscritto è ipocondriaco, e quando deve ricorrere a un bagno pubblico usa talmente tante precauzioni da spaventare gli stessi batteri. Ciò che vediamo in questo post, però, non è che un’immagine con didascalia che non si riferisce a un caso specifico né cita alcun esempio, e non si trovano riscontri sul web.
Assodato che oramai, secondo le norme HACCP, nei bagni pubblici non troviamo i rotoli di carta igienica esposti bensì i dispenser, anche se può capitare che nei piccoli locali siano ancora presenti i singoli rotoli (quando ci sono, icsdì) accanto alla tazza. Scopriamo, piuttosto, che si tratta di un messaggio diffuso nei primi mesi del 2019 negli Stati Uniti, come dimostra Snopes in un articolo pubblicato l’8 marzo e aggiornato a fine agosto.
Un’immagine diversa ma con lo stesso avvertimento, appunto, circolava su Facebook da parte di un profilo che la redazione di Snopes aveva contattato. L’utente aveva raccontato che l’immagine era stata scattata nei bagni di uno dei locali della catena KFC di Washington. Tuttavia, l’utente aveva riferito di aver “sentito la storia” durante una lezione sulla sicurezza, ammettendo anche di non essere certo che una tale pratica fosse diffusa.
La lezione di sicurezza che l’utente stava seguendo si basava sulle direttive dell’OSHA (Occupational Safety and Health Administration) che, contattata ancora da Snopes, aveva riferito di non essere al corrente di un tale fenomeno. In poche parole, non esistevano prove di quanto si diceva intorno alla foto pubblicata.
Parliamo di allarmismo in quanto la precauzione è sempre d’uopo, ma quando si riporta un caso è sempre dovere verso l’intelligenza dei follower fornire delle fonti per informarsi al meglio su un fenomeno. In caso contrario nessuna fonte potrà essere d’aiuto ai lettori, che si ritrovano con un terrore inoculato da una storia che non si è mai verificata.
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