Precisazioni

NoVax credono che il 17% abbia avuto reazioni avverse, ma leggono male il rapporto AIFA

Si fa enorme confusione, in queste ore, a proposito del nuovo rapporto AIFA in merito alle reazioni avverse dovute alla somministrazione del vaccino Covid, stando almeno ad alcuni commenti dei NoVax che si possono reperire facilmente sui social. Non è la prima volta che gli studi AIFA risultino male interpretati, come abbiamo avuto modo di riportarvi nel recente passato con altri articoli. Ecco perché oggi 21 aprile è indispensabile inquadrare meglio alcuni concetti qui in Italia.

Il malinteso coi NoVax che interpretano male il rapporto AIFA sulle reazioni avverse

Come emerge chiaramente nella condivisone Facebook di SkyTG24, infatti, il verdetto del rapporto AIFA venuto a galla in queste ore è molto semplice, ma viene letto in modo completamente sbagliato dai NoVax. Il motivo? La redazione evidenzia che, secondo lo studio, nella stragrande maggioranza dei casi, vale a dire l’ 82,1%, le segnalazioni si sono concentrate su eventi non preoccupanti. Gli esempi pratici, in questo particolare contesto, ci rimandano al dolore in sede di iniezione, oltre a febbre e dolori muscolari.

Ora, non serve un genio in matematica per comprendere che il restante 17,9% si riferisca al solo insieme di persone che, in questi mesi, hanno segnalato reazioni avverse. Per tanti NoVax, però, quest’ultima percentuale riguarda invece il totale della popolazione vaccinata. Un malinteso, o se vogliamo la totale incapacità di lettura del rapporto AIFA per superficialità e mancanza di nozioni matematiche, che innesca commenti del genere:

Con questo articolo pare ci vogliano informare che nell’82,1 % dei casi gli effetti avversi da vaccini sono stati lievi. È lecito dedurre che la restante ‘minoranza’, ovvero ‘soltanto’ il 17, 9% ha invece avuto effetti avversi gravi. E dovremmo esserne felici? No, così, giusto per capire“.

Appare chiaro che il commento della NoVax, così come tanti altri, sia figlio di un’errata comprensione del rapporto AIFA. Precisiamo, infatti, che l’82.1% non riguardi le dosi somministrate in Italia, ma le segnalazioni di reazioni avverse più o meno significative. Parliamo di un insieme di persone che, a loro volta, sono lo 0.1% delle dosi somministrate.

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