La serata si chiude con una segnalazione inviataci dai nostri lettori, relativa ad un post della pagina I Sentinelli di Milano
Tre ragazzine, in una posa che di fatto ricorda il saluto romano, peraltro un improvvido saluto romano davanti ad Auschwitz, sede di un campo di sterminio, ritratte da una mano anonima.
Ed il loro gesto di goliardia, unito alla loro giovanile ignoranza ed alla loro irrispettosa esuberanza potrebbe costarle ben caro.
La notizia infatti non è odierna: oggi la notizia del saluto romano davanti ad Auschwitz è solo arrivata in Italia.
Alla stampa estera era nota da almeno otto giorni, e Metro aveva già pubblicato la scansione temporale degli eventi
Spostiamoci quindi a lunedì 8 Ottobre, data in cui sull’account Instagram di una delle tre ragazzine appare la foto in esame.
Travolte dall’indignazione popolare, nell’unico gesto sensato della giornata, le tre decidono di cancellare la foto dall’Instagram in oggetto in data martedì 9 Ottobre, non riuscendo ad impedire però che la foto arrivi su Facebook, che a partire dal 10 Ottobre diffonde le foto delle ragazzine, censurandone i volti ma criticandone ferocemente l’operato.
Paradossalmente a “difesa” delle ragazzine si è erto il canale /pol/ dell’arcinota imageboard 4chan che, inesplicabilmente, pur derubricando l’atto delle ragazzine a un semplice saluto, un selfie, un atto di goliardia non antisemita hanno deciso di pubblicare la foto delle stesse coi visi in chiaro, motivo per il quale non vi allegheremo il link diretto: tale difesa, ironicamente, consentirebbe proprio alle persone accusate da loro di bullizzare le ragazze di farlo con precisione assoluta.
Quello che è certo è che il gesto al momento identificato come un saluto romano davanti ad Auschwitz è arrivato alle autorità locali, le quali hanno già identificato le ragazzine e preso contatto con la scuola per gli accertamenti di rito.
Un gesto goliardico che quindi potrebbe costare ben caro: la Polonia infatti, al contrario della Germania e, parzialmente, l’Italia, non ha leggi contro i simboli e le ideologie del partito nazista e fascista in quanto tali, ma le parti in causa invocano l’applicazione della locale normativa contro i simboli ed i discorsi di odio in generale, che potrebbe costare alle ragazzine fino a tre anni di reclusione.
Sarebbe, allo scopo di evitare sgradevoli equivoci e incidenti, utile ricordarsi del rispetto per quei luoghi.
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