NOTIZIA VERA Seppellisce la figlia neonata sotto la sabbia: 23enne accusata di omicidio volontario

Ci segnalano un articolo pubblicato il 30 Marzo 2017 su Siciliafan.it:

Una ragazza di 23 anni, Lidia Rubino, è stata fermata per un’accusa gravissima: subito dopo aver partorito in spiaggia, il 15 febbraio scorso, avrebbe seppellito la figlia ancora viva sotto la sabbia. La piccola, nata in perfette condizioni di salute, era stata trovata morta da una coppia di turisti tedeschi in spiaggia a Monopoli, precisamente in zona Cala Monaci (siamo in Puglia). L’autopsia ha stabilito che a ucciderla sono stati il freddo e l’acqua gelata del mare.

La mamma è stata fermata dalla polizia mentre stava per partire per l’estero. Adesso dovrà rispondere di omicidio volontario. “Non sapevo come fare”, avrebbe confessato al pm, quando nelle scorse settimane è stata sentita come persona informata sui fatti. In quella circostanza avrebbe ammesso di aver abbandonato la bambina, dando poche confuse spiegazioni del gesto.

Sarà l’esame del dna ad attribuire con certezza alla ragazza la maternità della neonata: adesso è in carcere a Trani in attesa dell’interrogatorio di convalida. Le indagini proseguono per accertare chi l’abbia aiutata durante le fasi del parto e nel successivo occultamento del cadavere: ci sarebbero infatti, oltre a lei, alcune persone indagate.

Il 16 Febbraio 2017 Repubblica pubblicava l’articolo “Monopoli, giallo in spiaggia a Cala Pantano: trovato un feto morto, forse era già al nono mese“, riportando che un feto morto di sesso femminile era stato trovato fra la ghiaia di una spiaggia di Monopoli, a Cala Pantano. Il medico legale Francesco Introna aveva effettuato un primo esame, stabilendo che il corpicino si trovava lì da alcune ore. Non riportava segni di violenza e il pm Giuseppe Dentamaro aveva disposto l’autopsia del feto.

Gli sviluppi sono stati poi pubblicati su diverse testate:

La madre risponde al nome di Lidia Rubino e si trova attualmente presso il carcere di Trani per l’interrogatorio di convalida. 23 anni, estetista di Castellana Grotte, la Rubino ha confessato di aver abbandonato sua figlia subito dopo la nascita e di averla seppellita nella spiaggia, ma sulle motivazioni del gesto ha dato spiegazioni confuse. Il corpo è stato abbandonato il 15 Febbraio e ritrovato il giorno successivo da una coppia di turisti tedeschi. Il freddo e l’acqua del mare hanno contribuito alla morte della bambina, alla quale gli inquirenti hanno dato il nome Chiaraluna.

“Non sapevo come fare” è ciò che la Rubino avrebbe detto agli inquirenti. Il fermo è stato eseguito di urgenza, perché si temeva che Lidia fosse pronta per partire all’estero nell’intento di rendersi irreperibile. Le indagini della Polizia con la coordinazione del pm Dentamaro proseguono per individuare eventuali altre responsabilità della ragazza e soprattutto l’eventuale presenza di altre persone che potrebbero averla aiutata durante il parto e durante l’occultamento.

Intanto, Lidia Rubino è accusata di omicidio volontario.

Notizia vera, dunque. Purtroppo.

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