Il caso di Joyce Vincent, trovata morta dopo tre anni davanti ad una TV accesa è molto emblematico. Il cadavere ridotto ad uno scheletro è stato identificato analizzandone l’impronta dentaria. Joyce Carol Vincent è esistita davvero ed il suo caso si è meritato una pagina della Wikipedia inglese. Del suo incredibile caso si sono occupate anche testate autorevoli come la BBC ed il Guardian.
Licenziatasi dal suo lavoro nel 2001, andò a vivere in un rifugio per le vittime di abusi domestici, riducendo i suoi contatti con amici e famigliari; non ne sono chiari i motivi, si sospetta che fosse plagiata da un non meglio specificato “socio di controllo”. Alla fine si stabilì in un monolocale dove il 25 gennaio 2006 furono trovati i suoi resti.
Affitto e bollette venivano pagate automaticamente da agenzie previdenziali. Questo spiega come mai il televisore fosse stato trovato ancora acceso dopo tre anni. L’odore di decomposizione sentito dai vicini si confondeva facilmente con quello dell’immondizia dei cassonetti vicini. Ad un certo punto, scaduti gli aiuti per i pagamenti delle bollette, gli ufficiali giudiziari hanno dovuto entrare nel suo appartamento, trovandone i resti. La causa della morte è sconosciuta. Si ipotizza un attacco d’asma o complicazioni dovute ad un ulcera peptica.
Per chi fosse interessato ad approfondire la storia di Joyce Vincent esiste un interessante documentario, Dreams of a Life, prodotto nel 2011 dalla Dogwoof Pictures, diretto da Carol Morley e interpretato da Zawe Ashton. Questo film rende giustizia ad una persona che potrebbe rappresentarne tante altre, che si trovano a convivere con un passato duro e difficile da dimenticare, senza nessuno che sia in grado di capirle, condannate per questo all’invisibilità sociale.
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