Ci risiamo, ancora un post di Ikea regala 150 letti. Avrete già visto messaggi simili su altre pagine, ad esempio recentemente un caso uguale col marchio di Decahtlon.
Funziona sempre così: un post “civetta” vi mostra mobili ed esposizioni di IKEA. Il messaggio vi propone di condividere la pagina sulla quale avete visto l’annuncio a diversi gruppi su Facebook.
Voi lo farete, ma ancora una volta non otterrete niente. Perché siete cascati in un caso di Phishing.
Innanzitutto siete su una pagina senza spunte blu. La pagina ufficiale di IKEA è questa, e provate a indovinare? È dal 2017 che di tanto in tanto vi invita a diffidare dalle imitazioni.
Una delle pagine che ci avete segnalato come carica di “offerte” esagerate, ad esempio, si presenta così.
Niente spunte blu, la solita narrazione già vista in casi simili del “prodotto leggermente rovinato che non può essere venduto” e quindi sarà regalato. Le solite “offerte esagerate”.
Ricordate: se un prodotto è troppo conveniente, se viene regalato e non venduto è spesso perché il vero prodotto siete voi.
E infatti spesso queste pagine ricorrono all’artificio di rendervi loro sponsor stimolandovi a condividere il link ad amici, parenti e gruppi social di cui fate parte, popolarizzando e viralizzando quindi i post.
Si tratta dicevamo di un caso di Phishing. Reso peraltro palese osservando il menù “trasparenza” della pagina, che vi mostra in questo caso una sorpresa.
La pagina esiste da meno di una settimana, ha la categoria sbagliata ed un nome in corsivo per sfuggire ai motori di ricerca, e come sovente accade a pagine simile potrebbe cambiare nome a seconda della promozione
È un genere di “ingegneria sociale” noto da tempi precedenti a Internet. Qualcuno si finge un soggetto di cui vi fidate per carpire la vostra fiducia promettendo a suo nome beni, prestazioni e utilità.
Un esempio di Phishing è l’uomo vestito da Carabiniere che chiede ad un anziano di entrare in casa carpendone la sua fiducia, Totò che cerca di vendere la Fontana di Trevi al turista Decio Cavallo o la pagina.
In questo caso IKEA è a conoscenza di simili casi non solo in Italia, ma anche all’estero.
E invita ormai da oltre un anno a non interagire coi commenti: ogni dato che fornite non entrerà in possesso della compagnia, ma di soggetti terzi.
E non solo questo accade sui social, ma anche email ed SMS sono facili da “ritoccare” in modo da renderli verosimili.
Il consiglio è evitare di interagire, valutando il ricorso alle autorità e bloccare utenze e numeri di carta di credito incautamente “regalati” a sconosciuti.
Anche perché IKEA ha già un suo servizio di “economia circolare” per rimettere in vendita invenduti, resi e mobili da esposizione, nel rispetto di tasche ed ambiente senza solleticare l’inevitabile avidità mista a credulità umana.
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