Uno dei trend più seguiti da bufalari e condivisori compulsivi è quello delle finte vittime della guerra, interpretate da attori ucraini che si improvvisano morti o feriti per sensibilizzare l’Occidente. È il caso di un post che mostra un gruppo di persone che indossano vestiti imbrattati di sangue e si mostrano disinvolte di fronte all’obiettivo.
“Devi piangere davanti alla telecamera?”
È così che si stanno preparando le azioni ucraine preferite in Europa
Probabilmente l’autore del post intendeva scrivere “devo” anziché “devi”, ma andiamo oltre. Il video è stato condiviso su altri profili con la stessa narrazione: vi è la convinzione, quindi, che si tratti di una messa in scena per fingere una tragedia di fronte all’Occidente.
Se prendiamo alcuni frame e li utilizziamo per una ricerca per immagine, però, scopriamo che la realtà è ben diversa. In primo luogo, la narrazione distorta non è propria degli utenti italiani. Questo video YouTube, ad esempio, presenta un titolo che nella traduzione italiana coincide perfettamente con la didascalia del post che abbiamo messo in analisi.
Andiamo avanti e risaliamo a questo articolo sul sito islandese Yuv in cui leggiamo che si tratta di una protesta messa in atto presso l’ambiasciata russa di Reykjavik, per denunciare gli stupri e le violenze perpetrate dall’esercito russo in Ucraina.
Non si tratta, dunque, di attori ucraini che fingono di essere vittime della guerra: non siamo nemmeno in Ucraina, bensì in Islanda e quella che vediamo è una protesta presso l’ambasciata russa della capitale.
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