Editoriale

Mal interpretata l’approvazione della Russia per il plasma iperimmune di De Donno in Italia

Ci sono un po’ di cose che vanno dette in queste ore, a proposito dell’approvazione della Russia per il plasma iperimmune del Dottor De Donno (associazione contestualizzata al Covid, visto che la cura in sé in altri ambiti esiste da tantissimo tempo), che alcuni mesi fa purtroppo ha deciso di togliersi la vita. C’è chi parla di rivincita, di sistema sconfitto e di dittatura sanitaria costretta ad arrendersi. Soliti discorso da parte di personaggi iperattivi sui social e di testate che non sopportano il clima di odio alimentato da soggetti che a loro avviso assecondano a prescindere la propaganda governativa. Salvo poi partecipare allo stessissimo giochino, a parti inverse.

Solo in Italia interpretiamo male l’approvazione della Russia per il plasma iperimmune di De Donno

A dirla tutta, abbiamo già precisato alcuni concetti inerenti l’approvazione del plasma iperimmune da parte della Russia, come avrete notato con il nostro articolo di alcuni giorni fa. Ci sono effettivamente elementi volutamente omessi da alcuni siti palesemente “schierati” contro il vaccino Covid. Le notizie arrivate nei giorni scorsi sono indubbiamente positive. Chiunque sia a favore della vaccinazione, se sano di mente, non può che accogliere con favore la discesa in campo di soluzioni alternative.

Tutto fa brodo, affinché il dramma del Covid possa essere superato nel più breve tempo possibile. Quello che si ignora, come riportato da alcune fonti locali, è che l’approvazione del plasma iperimmune di De Donno rappresenti una soluzione che certo non esclude il vaccino. Il cui compito è quello di prevenire e non curare la malattia grave. Teoria evidenziata anche dal CEO di Rostec, Sergei Chemezov, agenzia che ha appunto approvato il farmaco.

A detta del dirigente, infatti, ora nell’arsenale dei medici russi ci sono “entrambe le possibili forme di immunizzazione contro il coronavirus: vaccino attivo e immunoglobulina passiva”. Senza escludere la stessa vaccinazione. Ancora, il farmaco basato sul plasma iperimmune di De Donno non sarà facile da reperire, in quanto da un lato è previsto un prezzo di listino molto alto (si attendono notizie ufficiali in meriti), mentre dall’altro verrà utilizzato solo plasma di donatori con un alto “dosaggio” di anticorpi contro il COVID-19.

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