Fa scalpore quanto scritto dalla giornalista Azzurra Barbuto, di Libero, sulle nuove norme che le scuole italiane devono seguire in questo nuovo anno scolastico nato sotto l’emergenza Covid-19. Per la Barbuto le scuole si sono trasformate in carceri, con norme così restrittive che sembrano quelle presenti al 41 bis. Definizione sicuramente molto forte, ma volutamente provocatoria per far rumore, perché secondo Barbuto si è persa la vera essenza della scuola, fatta di amicizia, risate, pianti, amori, studio e soprattutto condivisione.
Non è certo la prima volta che Libero appare esagerato coi suoi titoli, come notato nei mesi scorsi con Silvia Romano. Ecco invece in questo nuovo anno gli studenti sono quasi robotizzati, tutti immobili, lontani dal compagno, senza la possibilità di avvicinarsi e soprattutto con mascherine ed igienizzanti che ormai sono diventati accessori di moda. Regole che, a detta della giornalista di Libero, sembrano essere proprio adatte ai carcerati, con le aule che si sono trasformate in delle carceri di massima sicurezza.
Un’esagerazione che tra l’altro è arrivata all’estremizzazione in alcune Regioni, perché ogni dirigente scolastico può rendere i provvedimenti concordati con il Comitato Tecnico-Scientifico ancor più stringenti. Una descrizione, quella fatta da Azzurra Barbuto, che sembra però troppo estrema, certo la scuola non è quella di una volta, ma si tratta di una situazione assolutamente inevitabile in un contesto pandemico. Tra l’altro, come evidenzia Il Fatto Quotidiano, i genitori dei bambini in ginocchio a Genova hanno confermato di aver chiesto loro l’avvio delle lezioni nonostante l’assenza di banchi.
Ricordiamo come al momento solo il distanziamento sociale, le mascherine e gli igienizzanti per le mani siano le uniche misure di sicurezza per evitare che il numero dei contagi da Coronavirus aumenti a dismisura. Finché non ci sarà un vaccino adeguato, tutti dovranno adeguarsi a queste nuove regole e purtroppo a pagarne le spese sono sicuramente i più piccoli, da sempre desiderosi di affetto e che soprattutto a scuola iniziano a costruire le basi per la loro futura vita sociale.
Per Libero però queste regole sono contro la natura stessa della scuola, aule che sembrano carceri, studenti soldati che devono stare attenti a non avvicinarsi troppo al compagno di classe. La prevenzione al momento è però l’unico modo per poter arrestare un virus che corre alla velocità della luce e che non sembra intenzionato a frenare la propria corsa.
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