I nostri lettori ci hanno chiesto di verificare un titolo di Repubblica: «Lega, dopo Sanremo il progetto di legge: “In radio una canzone italiana ogni tre”», pubblicato il 17 febbraio e oggetto di accese discussioni nelle ultime ore. Repubblica, nel titolo, lascia intendere che il disegno di legge della Lega sia stato depositato dopo la manifestazione del Festival di Sanremo, e come immagine copertina sceglie la foto del vincitore Alessandro Mahmoud, alias Mahmood, inteprete del brano Soldi.
Alessandro Morelli, presidente della Commissione Trasporti e Telecomunicazioni e primo firmatario del disegno di legge, è stato sentito dall’Adnkronos e ha dichiarato quanto segue: «La vittoria di Mahmood all’Ariston dimostra che grandi lobby e interessi politici hanno la meglio rispetto alla musica. Io preferisco aiutare gli artisti e i produttori del nostro Paese attraverso gli strumenti che ho come parlamentare. Mi auguro infatti che questa proposta dia inizio a un confronto ampio sulla creatività italiana e soprattutto sui nostri giovani».
Repubblica riporta anche le dichiarazioni di Paolo Tiramani, deputato della Lega e capogruppo vigilanza Rai: «Auspichiamo innanzitutto che la conduzione artistica del prossimo Sanremo non ricada per la terza volta su Claudio Baglioni, ma anche che il Festival diventi veramente la kermesse della musica italiana, un programma del popolo e non di una élite di artisti selezionati probabilmente da un ristrettissimo numero di persone».
Le notizie sul disegno di legge si sono rincorse nelle ultime ore e i riferimenti ai risultati di Sanremo sono stati pressoché molteplici, se non dominanti. L’impressione comune è che la Lega, attraverso i suoi rappresentanti, abbia voluto depositare un ddl in risposta al risultato di Sanremo. A rafforzare l’associazione tra i due momenti sono state, appunto, le dichiarazioni di Morelli e Tiramani, decisamente in opposizione con le scelte di Claudio Baglioni e con la vittoria di Mahmood.
Sul sito istituzionale della Camera non è possibile consultare il testo, tuttavia il documento del disegno di legge è presente sul Corriere della Sera. Di seguito riportiamo tutti i firmatari:
Nell’articolo 1 viene fatto riferimento alla tutela della musica italiana come patrimonio artistico e culturale della Repubblica, secondo l’articolo 9 della Costituzione e al comma 2 leggiamo che la proposta mira all’obbligo di introduzione di una quota minima di musica italiana nella trasmissione giornaliera. L’articolo 2, ripreso maggiormente dai quotidiani, entra nel vivo del discorso:
- Le emittenti radiofoniche, nazionali e private, riservano almeno un terzo della loro programmazione giornaliera alla produzione musicale italiana, opera di autori e di artisti italiani e incisa e prodotta in Italia, distribuita in maniera omogenea durante le 24 ore di programmazione.
- Una quota pari almeno al 10 per cento della programmazione giornaliera della produzione musicale italiana di cui al comma 1 è riservata alle produzioni degli artisti emergenti, di cui al comma 2 dell’articolo 7 del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 ottobre 2013, n. 112.
Nell’articolo 3 si parla, infine, di possibili sanzioni o sospensioni delle attività radiofoniche alla mancata osservanza delle disposizioni.
Tuttavia, seppur Morelli e Tiramani argomentino sul Festival di Sanremo nel corso delle dichiarazioni rilasciate sul disegno di legge, facciamo notare che il ddl è stato depositato prima che la gara dell’Ariston fosse giunta a termine. Lo dimostra la data riportata sulla scheda presente nel sito istituzionale della Camera dei Deputati:
Facciamo notare che il ddl è stato depositato il 6 febbraio e il Festival di Sanremo ha avuto luogo dal 5 al 9 febbraio, dunque al momento della presentazione la gara dell’Ariston era appena cominciata. Diciamo questo per spiegare la scelta del tag “precisazioni”: il titolo di Repubblica, corroborato dalle dichiarazioni di Alessandro Morelli rilasciate all’Adnkronos, lascia intendere che il ddl sia stato presentato dopo il termine del Festival, come una sorta di risposta alla vittoria di Mahmood che Morelli ha aspramente criticato. Non è andata così: il commento di Morelli è giunto dopo la vittoria di Mahmood e il ddl era già stato presentato e firmato.
Non esiste correlazione, tecnicamente, tra il ddl e la vittoria di Mahmood. La correlazione con il Festival, quindi, esiste solamente con la dichiarazione rilasciata da Morelli dopo la presentazione del disegno di legge, con data 6 febbraio, un giorno dopo l’inizio del Festival e tre giorni prima la serata finale.
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