Le gobbe del cammello contengono acqua: questa è una leggenda metropolitana così comune da aver ispirato la creazione di una intera tipologia di attrezzature sportive, come gli zaini, borracce e sacche idriche “Camelbak”.
Le gobbe del cammello contengono acqua: o vi siete sbagliati?
Ci secca quasi dirvi che le gobbe del cammello non contengono acqua, ma grasso, come la singola gobba del dromedario.
Sia il cammello che il dromedario stivano nelle rispettive gobbe il grasso.
Molti mammiferi, uomo compreso, “ingrassano” in modo uniforme in modo che uno strato di grasso ci difenda dal freddo trattenendo il calore. Cammelli e dromedari hanno invece bisogno di dissipare rapidamente il calore, ma hanno bisogno di scorte di grasso per lo stesso motivo per cui ne abbiamo bisogno anche noi: per avere qualcosa che nutra il nostro metabolismo in assenza di cibo.
Le condizioni ambientali dei due animali hanno quindi portato a prediligere due capacità: sopravvivevano gli animali in grado di percorrere lunghissime distanze prima di potersi nutrire di nuovo, quindi di sopravvivere ad un digiuno prolungato senza conseguenze nefaste e permanenti e dissipare rapidamente il calore del deserto.
Allo scopo sono sopravvissuti i cammelli in grado di concentrare tutto il loro grasso in due punti sulla schiena (e i dromedari su uno): le gobbe.
I cammelli hanno diversi meccanismi che non riguardano le gobbe che li rendono adatti a vivere con meno acqua dei loro simili: perdono acqua in modo uniforme da tutti i tessuti del loro corpo ad esempio, espellono feci secche per trattenere l’acqua, bevono fino a 114 litri di acqua in una sola seduta e i loro reni la trattano con efficienza per non perderne una sola goccia, i globuli rossi hanno una forma particolare ovale e la capacità di espandersi e il loro colon è ottimizzato per riassorbire meglio i liquidi.
Tutto questo aumenta la loro “efficienza idrica”: la gobba non agisce su tale capacità in modo diretto, bensì solo indiretto.
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