Editoriale

Le 2 cose da dire ai sovranisti italiani sulla calciatrice Samantha Leshnak che non si è inginocchiata

C’è un’immagine diventata iconica in queste ore in Italia, a proposito della calciatrice Samantha Leshnak che ha deciso di non inginocchiarsi in nome del Black Lives Matter, poco prima della partita tra North Carolina Courage e Portland Thorns. La vicenda sta sollevando un polverone più nel nostro Paese che gli Stati Uniti, con testate sovraniste che si sono fiondate immediatamente sulla vicenda per dar vita alla solita strumentalizzazione politica di questa storia. Come se inginocchiarsi, al netto dei gravi scontri che ci sono stati negli USA dopo la morte di George Floyd, fosse in qualche modo una colpa o un demerito.

L’inutile “festa” sovranista in Italia a Samantha Leshnak che non si è inginocchiata

Ci sono almeno due buone ragioni per le quali vedere in Samantha Leshnak un nuovo idolo, come sta avvenendo questo lunedì in Italia, sia assolutamente inutile. A fine articolo, infatti, trovate il video che ci mostra esattamente cosa sia avvenuto prima della partita, invitando tutti a fare attenzione soprattutto al resoconto attorno al minuto 9. Volendo considerare come autentico lo scatto sulla calciatrice, nonostante le immagini non la ritraggano (pare che l’unico documento sia di un fotografo presente in tribuna), abbiamo due fattori da considerare.

Il primo è che le calciatrici si siano inginocchiate due volte. La prima, durante l’inno nazionale. Ora, Samantha Leshnak sul suo profilo Instagram si descrive come patriottica USA, motivo per il quale non è così anormale che lei, insieme a chi ha un forte senso di appartenenza alle proprie radici americane, dia priorità alla mano sul cuore ascoltando quelle note. Quello che non sappiamo, al momento, è se la calciatrice sia restata in piedi o se si sia inginocchiata nella seconda fase, quella immediatamente antecedente al fischio iniziale.

Anche lì non abbiamo copertura delle immagine e, in assenza dell’inno nazionale, si può facilmente immaginare che in quel frangente non sia rimasta in piedi da sola. Il motivo? Qui ci ricolleghiamo al secondo punto, in quanto Samantha Leshnak indossa comunque la maglietta “Black Lives Matter”, a testimonianza del fatto che assolutamente contraria ad ogni forma di razzismo. La priorità che avrebbe avuto in occasione della prima “inginocchiata”, non sussiste con la seconda. Chi può dimostrare che sia rimasta in piedi anche lì? Ecco il video.

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