Stamane circola una voce riguardante la presunta soglia di terapie intensive che, una volta raggiunta, determinerà il lockdown in Italia a causa della seconda ondata di contagi Covid. Una questione delicatissima, che rischia seriamente di mettere in ginocchio il Paese e che per forza tiene milioni di italiani con il fiato sospeso. A maggior ragione dopo le notizie che erano emerse già la scorsa settimana. Da alcune ore a questa parte abbiamo le previsioni da parte del Corriere della Sera, che ha individuato un numero preciso dal quale faremo bene a stare lontani.
La precisazione è d’obbligo da parte nostra, perché il Corriere parla chiaramente di lockdown in Italia nel caso in cui dovessimo raggiungere la soglia di 2300 terapie intensive nel nostro Paese. Stando ai dati aggiornati a ieri 21 ottobre, siamo ancora lontani (appena sotto i 1000 posti occupati), ma è il trend a preoccupare, in quanto appena una settimana i posti impegnati erano pari a poco più della metà rispetto a quelli odierni. Qualcuno ha azzardato che si potrebbe arrivare a quei numeri addirittura entro metà novembre.
In un contesto simile, diventa fondamentale esaminare le dichiarazioni del viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, il quale secondo Giornalettismo afferma di non essere a conoscenza di tali valori. Tuttavia, la sua intervista non si ferma qui, in quanto ha poi aggiunto che, nel caso in cui dovesse fare una previsione, indicherebbe tra le 2000 e le 2500 terapie intensive impegnate in Italia alla base della necessità di imporre un nuovo lockdown.
Dunque, smentita rispetto a quanto riportato da Il Corriere della Sera, ma i numeri annunciati da Sileri determinato una forbice numerica di quel tipo. Certo, lui stesso aggiunge che si dovrà valutare la distribuzione delle terapie intensive nel Paese, in quanto alcune aree risponderebbero meglio di altre, ma di sicuro oggi 22 ottobre abbiamo un parametro più chiaro in ottica lockdown da Covid che tutti temono.
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