Truffe

La donna malata di cancro, il Principe Nigeriano e il riciclo dello “Scam 419”

Un nostro contatto ha ricevuto un messaggio da una donna malata di cancro che, gravemente inferma, gli offriva una ingente somma di danaro in cambio di qualche piccolo adempimento.

La donna malata di cancro, il Principe Nigeriano e il riciclo dello “Scam 419”

Adempimento che, ovviamente, nel prosieguo della conversazione avrebbe richieduto anticiparle dei soldi per “sbloccare la pratica”.

La donna malata di cancro, il Principe Nigeriano e il riciclo dello “Scam 419”

Si tratta infatti del noto “scam 419“, dal numero dell’articolo del codice penale nigeriano che disciplina tali truffe. Un  tipo di truffa che negli ultimi vent’anni non è mai andato davvero fuorimoda ma si è evoluto.

Nasce tutto da un truffatore che investe in una lista di indirizzi email o numeri telefonici, facilmente reperibili sul Deep Web. Il truffatore non ha bisogno di mezzi e infrastrutture particolari, presenti in altri tipi di truffe simili.

Ha bisogno solo di un computer e un pacchetto di email o SMS da inviare massicciamente. Il nome originale dello “Scam 419 o del Principe Nigeriano” deriva da uno dei primi testi della truffa, in cui l’utente si fingeva un nobile in esilio che aveva bisogno di un prestito per sbloccare il “tesoro reale” ed essere pronto a remunerare i suoi benefattori con danaro e titoli nobiliari.

La ricca ereditiera col cancro (alla gola, così da far passare l’idea all’interlocutore di chiedere una telefonata per conferma…) è solo una variante nella fase iniziale, ma lo svolgimento della truffa è lo stesso: il “benefattore” comincerà a chiedere ossessivamente crescenti somme di danaro al fine di “sbloccare la pratica” e rilasciare le grandi ricchezze promesse.

Solitamente userà mezzi poco tracciabili come i Money Transfer, o, in alcuni casi, chiedendo buoni Amazon o di altri negozi, facili da riciclare.

In ogni caso, ad un certo momento della truffa sparirà con la cassa, ed ogni tentativo di recuperare il danaro si arenerà sul fatto che siamo di fronte a criminali all’estero, difficili da individuare e i pochi casi in cui una vittima ha cercato di raggiungere i truffatori fisicamente sono finiti, come intuirete, in tragedia.

Una piccola nota storica: nonostante la versione attuale della truffa sia nata negli Internet Café Nigeriani, il concetto è almeno ottocentesco. All’epoca di parlava della “Truffa del Prigionero Spagnolo”, si svolgeva via posta ordinaria e un finto galeotto spagnolo offriva a borghesi americani l’occasione di ottenere i suoi tesori nascosti.

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