Bufala

La bufala del primo distributore per auto ad acqua in Italia

A volte ritornano: bufale come il “distributore per auto ad acqua“, preso di peso dal film per l’infanzia Quella strega di Pippi Calzelunghe solleticano la fantasia in un paradosso che su questa pagina non sarà sfuggito ai lettori abituali.

Il consumatore compulsivo di bufale si nutre di un odio feroce per le alternative ai combustibili fossili, accettando ogni bufala contro l’elettrico come un atto di fede, ma poi continua a cercare improbabili alternative in storielle degne dei romanzi di Astrid Lindgren a base di stralunati inventori perseguitati dai Poteri Forti per aver scoperto come creare auto ad acqua, immondizia o altri oggetti.

In questo caso il titolo non corrisponde all’articolo, siamo all’intersezione tra bufala aperta e clickbait, ma più verso la bufala.

La bufala del primo distributore per auto ad acqua in Italia

Si tratta della pratica che già conosciamo del SEO Stuffing: l’autore scrive un articolo lungo e inconcludente, che gira intorno ai concetti chiave della viralità (costo della benzina, auto elettriche, “Europa”, biocarburanti) per poi, alla fine, rivelare che la premessa era solo una scusa per convincervi a cliccare.

La bufala del primo distributore per auto ad acqua in Italia

Vi spoileriamo il finale: la storia parla della disavventura di un turista svizzero a Portrogruaro che dopo un pieno ha subito vari danni al motore della sua macchina, attriubiti dal meccanico alla contaminazione con diesel annacquato.

Ci rincresce per il povero automobilista, ma un benzinaio che per imperizia o malizia vende diesel “annacquato” non può essere considerato “il primo distributore per auto ad acqua”, bensì uno sfortunato avvenimento per la vittima dell’occorso.

Ovviamente si consigliano le solite raccomandazioni: conservare gli scontrini, preferire il pagamento con mezzi tracciabili (è più facile provare di aver subito danno dopo il pieno se avete uno scontrino e l’estratto conto della vostra carta di credito con data e ora, diventa quasi impossibile se avete pagato in contanti magari gettando o non chiedendo rilascio di regolare scontrino).

Ma da qui a ipotizzare la nascita dei “distributori per auto ad acqua” ce ne vuole.

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