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In Europa eccesso mortalità in negativo per la prima volta da febbraio 2020

In Europa eccesso mortalità in negativo per la prima volta da febbraio 2020: tempo fa avemmo modo di ricordare che il passaggio dalla Pandemia all’Endemia (dalla battaglia alla convivenza vigilante con una malattia) non è un interruttore da spegnere, ma una manopola da girare assai lentamente.

In Europa eccesso mortalità in negativo per la prima volta da febbraio 2020

Un sistema dove ogni dose di vaccino, ogni piccola e grande precauzione allentata a suo tempo e mai prima sono una piccola tacca da spostare dal massimo al minimo.

Possiamo ora affermare che gli sforzi di tutti cominciano a mostrare ora una apprezzabile ricompensa: a tre anni dall’inizio della Pandemia, da Febbraio 2020 a Febbraio 2023, la mortalità in eccesso è scesa nei numeri negativi.

Vale a dire che il COVID sta perdendo incidenza sulle morti causate.

In Europa eccesso mortalità in negativo per la prima volta da febbraio 2020

Da allora sono cambiate diverse cose: ad esempio in Italia siamo arrivati vicinissimi alla percentuale del 90% dei vaccinati e il nostro tasso di mortalità in eccesso è sceso a “poco meno di uno”.

Il dato Italiano, fonte Eurostat

Ma se è innegabile l’impatto della vaccinazione sulla riduzione delle morti (e non sull’aumento come falsamente asserito dai novax) ci sono altri fattori che ci avvicinano sempre più all’obiettivo endemia.

I paesi che che come vediamo dalla mappa hanno invertito in toto la mortalità portandola ai numeri negativi hanno un sistema sanitario forte, come il sistema tedesco, laddove nel 2018 la Germania ha speso 391 miliardi in sanità (pubblica e privata), una cifra tra le più alte in Europa sia in termini pro capite con oltre 4.500 euro per abitante, sia in rapporto al Pil (11,7 per cento contro una media europea dell’8,3 per cento, e l’8,7 per cento dell’Italia).

La vaccinazione ha quindi contribuito a calare il peso sulla sanità, e nei paesi dove la sanità è forte e ricca di fondi, questo ha comportato poter concentrare le proprie risorse sugli arretrati: senza lo spettro dei reparti COVID pieni è divenuto possibile ricominciare le attività di screening e prevenzione.

Non tutte le mmorti in eccesso dell’era COVID sono state infatti causate dal COVID stesso: un buon numero di esse è derivato dal peso di una malattia nuova e imprevista sui sistemi sanitari nazionali e l’impatto su pazienti fragili e cronici.

Se la vaccinazione e lo stato attuale delle conoscenze consentono di affrontare meglio il COVID, quel peso si riduce e sarà possibile programmare le attività di prevenzione e cura del cronico.

Laddove come in Germania gli investimenti nella sanità non sono mai cessati, l’esperienza del COVID ci ha lasciato con una sanità più forte e battagliera: altrove bisognerà lavorarci.

Diventa quindi imperativo non riposarsi sugli allori, ma combattere per avere un sistema sanitario nazionale forte e rendere le ordinarie vaccinazioni annuali non un’occasione di gazzarra per novax, ma una profilassi di salute.

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