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Il Video del Ladro che si arrampica su un balcone ma trova i proprietari di casa? Non è un ladro.

La storia del ragazzo che si arrampica su un balcone la conoscete. Un video, pochi frame, che ha fatto il giro della Rete.

Un improvvido ragazzo, decisamente nel torto dato che arrampicarsi sui balconi altrui non è certo operazione consentita, appare sul balcone di una casa, e viene da essa scacciato in malo modo.

La storia è girata di profilo in profilo, di Rete in Rete, aggiungendo di volta in volta dettagli anche per “sentito dire”

Da “ragazzo si arrampica su un balcone per un pallone” a “ha dichiarato di essersi arrampicato su un balcone per un pallone” fino, ad una plateale inversione del principio di innocenza, all’accusa di aver tentato un furto in appartamento.

Ora, vorrei far notare che, almeno fino ad oggi, l’Italia è un posto dove vige la presunzione di innocenza. Ovvero siamo tutti innocenti fino a prova contraria, e colpevoli solo di quello di cui è accertata colpevolezza.

Ciò posto, fare una cosa sciocca e poco avveduta è indubbiamente una forma di colpa. Ma non è quella colpa a cui molti condivisori pensano.

Si arrampica su un balcone per un pallone: scambiato per ladro, diventa virale

Il canale “Alici come Prima”, intervistato il ragazzo, ha tirato fuori un’intervista che ricostruisce la storia.

Una indubbia ragazzata, un pallone da inseguire con la sbruffonaggine di generazioni di ragazzini poco inclini ad incassare un rifiuto o a chiedere scusa. Una arrampicata nella proprietà del bersaglio di quella pallonata per riconquistare un “prezioso trofeo”.

Una sgridata, una fuga precipitosa, e poi il rimpianto e le scuse.

Una storia come tante. Ma anche una storia che è sempre più simile al telefono senza fili di cui parlavamo.

Di passaggio in passaggio, come nella celebre scena del “Secondo Tragico Fantozzi” in cui le “voci incontrollate e pazzesche” trasformano la telecronaca di una partita di calcio in un evento miracoloso dove “L’Italia ha vinto 20 a zero, e Zoff ha segnato di testa”, un ragazzo abbastanza poco avveduto da inseguire un pallone in proprietà d’altri è diventato un ladro, un mostro, un simbolo di degrado.

Informare? Va bene.

Parlare di qualcosa? Certo.

Crocefiggere chi ha sicuramente sbagliato col peso di colpe che nessuno ha accertato?

Direi che va meno bene, sopratutto con i giornali che titolano:

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