Il ristorante salvato da Jasmine Paolini esiste solo come prodotto dell’AI: la notizia che ci avete segnalato fa parte di un ormai ricco filone di notizie lacrimose, e false, create con la AI.
Il ristorante salvato da Jasmine Paolini esiste solo come prodotto dell’AI
La ricetta è sempre la stessa: si prende un personaggio famoso e si creano una serie di immagini con AI che illustrano una storia strappalacrime mai avvenuta.
In questo caso abbiamo la tennista Jasmine Paolini che scopre che un anziano ristoratore che le dava da mangiare gratis al liceo ora versa in gravi condizioni di indigenza e decide di donargli una cospicua somma di denaro per “dare una casa ai suoi sogni”.
C’è solo un problema: la storia non esiste, come non esiste il ristoratore.
Analisi di una delle foto pubblicate sui social
Le foto pubblicate sui social sono state create mediante Stable Diffusion, le immagini pubblicate nell’articolo usato come “fonte” presentano ancora il marchio Grok del sistema di intelligenza artificiale (basato su Flux per la creazione di immagini) disponibile agli utenti di X.
Anche il testo stesso della storia risulta essere un prodotto dell’intelligenza artificiale.
Analisi di una delle foto pubblicate sui social
Il meccanismo è palese ed è lo stesso che abbiamo visto in altre storie simili, come quella di Djokovic che regala migliaia di euro al “bidello John da Belgrado”, Jannik Sinner che compra la casa di infanzia alla vecchia madre e Elon Musk che regala migliaia di dollari e paga gli studi alla figlia della povera commessa di Starbucks.
Analisi del testo mediante Smodin
Si subappalta alle AI il compito di scrivere una storia triste e lacrimosa che faccia appello ai buoni sentimenti del lettore, sullo stile delle pagine di Youtube orientali con corti di personaggi umili e tristi che chiedono “un like per le loro sciagure”.
Il ristoratore mutaforma
Ottenuta la storia più triste possibile la stessa diventa un “blueprint”, una base per creare i prompt per costruire immagini lacrimose che si accompagnino alla storia lacrimosa fornendo l’illusione che sia vera.
Avrete notato come, al pari del bidello John, anche il ristoratore tenda ad essere una sorta di mutaforma incapace di mantenere le stesse fattezze di foto in foto: questo perché le AI hanno ancora problemi nel creare i volti, come si vede dal viso della Paolini con denti di forma e numero variabile.
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