Il popolo della Rete scopre il Nurofen per la febbre da vaccino: e sappiamo bene quali grandi scoperte ci riservino i social, specialmente X, pupilla di Elon Musk.
Abbiamo visto recentemente post di enorme sorpresa dinanzi alla scoperta che anche le donne possono avere la laringe e quindi non nascono mute e incapaci di respirare, ma ora torniamo alla sorpresa tipicamente antivaccinista che i vaccini possano causare una innocua febbricola (in luogo dei terrificanti “eventi avversi” e “morti improvvise” spammati in diversi post).
Il popolo della Rete scopre il Nurofen per la febbre da vaccino: segue complotto
Leggiamo la sorpresa ad esempio qui e qui, e peraltro rivediamo il simbolo del mattone, tradizionalmente legato a un gruppo di pressione di orientamento reazionario che, ispirandosi alle posizioni politiche dell’ex presidente statunitense Donald Trump, lancia i propri slogan, in particolare attraverso Twitter, accompagnando alla propria firma l’icona di un mattoncino
La febbre post-vaccino è infatti nota da quando esiste la vaccinazione stessa. Fu registrata assieme al primo vaccino della storia, l’inoculazione contro il vaiolo effettuata da Jenner nel lontano 1796.
È un effetto arcinoto di vaccinazioni come la trivalente Morbillo-Parotite-Rosolia, del vaccino esavalente e, sostanzialmente, più che un effetto collaterale è esattamente come funziona un vaccino.
Ovvero stimolando una risposta immunitaria tale per cui il sistema immunitario stesso si “attivi” (cagionando quindi le reazioni tipiche dello stesso, tra cui può palesarsi un lieve stato febbrile) diventando in grado di riconoscere il virus “wild type” allenandosi su una versione inattivata, fortemente indebolita o, nel caso del preparato a mRNA, a riconoscere pezzi sparsi dello stesso senza dover affrontare un’infezione sconosciuta poi.
Assumiamo però che l’unità di misura della conoscenza del disinformato medio non siano i testi di medicina, ma “il Dottor Google”. Dottor Google che riporta risultati accertati da Epicentro (il portale dell’Istituto Superiore di Sanità), AIFA e altri a partire dal 2005 e ben prima del 2010, anzi del 2019 “calcio di inizio” del COVID19.
Screenshot di una ricerca su Google
Con un portale tra quelli indicati che riporta a sua volta un paper scientifico che suggerisce quando e come usare antipiretici per i bambini sconsigliandola come routine fissa a cagione delle “ridotte risposte anticorpali” e suggerendo un approccio “caso per caso”.
Da tutto questo capiamo che semplicemente la “febbre post-vaccino” è sempre esistita, è sempre esisito il Nurofen per la febbre da vaccino ed è sempre esistito, anzi dovrebbe esistere, l’uso di chiedere al proprio medico curante e non al dottor Google il da farsi.
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