Uno dei falsi miti di cui ci siamo occupati in passato è quello secondo cui il plasma sanguigno può essere sostituito dall’acqua di cocco, con tanto di aneddotica attribuita a questo o quel medico comprensibilmente straniero (così da rendere la cosa difficilmente verificabile) pronto a testimoniare le qualità sterili, non pirogene (non causerebbe febbri) e compatibili col plasma umano dell’acqua di cocco.
Il plasma sanguigno può essere sostituito dall’acqua di cocco? Assolutamente no
La soluzione ad ogni problema sarebbe lì: prendi un cocco, lo svuoti in una sacca per le trasfusioni, trasfondi l’acqua di cocco nel paziente, il paziente è salvo. Non devi procurarti plasma, potresti interrompere la ricerca sui sostituti artificiali del sangue: basterebbe bucare un cocco e, alla meno peggio, attaccarci una cannula e sei a posto.
Se non fosse che non è affatto così
A parte un “meme”, una battuta circolante ormai da tempi di molto precedenti i social moderni a base di “vampiri vegani” pronti a sorseggiare il loro cocco appena aperto, magari con un ombrellino tropicale, compiangendo i rozzi vampiri Occidentali privi dell’accesso a tale benefica sostanza costretti a bere sangue umano e animale come tanti selvaggi, non ci sono prove scientifiche del beneficio del cocco come sorgente di plasma artificiale.
L’acqua di cocco è eccellente per reidratare un soggetto disidratato, e assai probabilmente la presunta aneddotica sull'”acqua di cocco usata per le cure dei soldati malati in guerra” deriva da questo.
In assenza di una soluzione reidratante un paziente indebolito e disidratato poteva essere nutrito con quella che, tutto sommato, è semplicemente acqua arricchita naturalmente di calcio, potassio e magnesio.
Non parliamo ancora di un sostituito farmaceutico perfetto, ma tra la disidratazione e qualsiasi cosa possa essere utilizzata, la seconda è preferibile e consente di guadagnare tempo.
Ma è proprio la natura dell’acqua di cocco a renderla pessima come “sostituto del plasma”: ci ricorda Secondo George Yaghmour, medico presso la Keck School of Medicine della University of Southern California, come l’acqua di cocco sia affine per natura ai fludi intracellulari e non al plasma.
Tanto varrebbe iniettarsi in vena soluzione orale per la reidratazione a questo punto, rischiando così edemi cerebrali, aritmia, complicazioni neurologiche e danni ai reni.
Tenete dunque il cocco lontano dalle flebo.
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