Lo scandalo del giorno è servito: Il Corriere della Sera accusato di usare bot. Una serie di messaggi anomali accusano il Corriere della Sera di essere al comando di una vera “rete dell’Odio” nello stile delle “fonti Russe”. Una “botnet”, una rete di finti account in grado di fare “engagement”. Evitando esterismi, provocatori virtuali violenti e rissosi che insultano i lettori della testata per fomentare discussioni.
Tutti vincerebbero da questa teoria: il Corriere della Sera passerebbe per vittima, i fan correrebbero a discutere, più discussioni portano a più click e l’algoritmo che porta gli articoli ovunque… ma qualcosa non torna.
Le date non tornano.
Matteo Flora, noto esperto di informatica è stato l’unico a porsi due domande, e per farlo ha chiesto aiuto alla Rete. Scoprendo una serie di elementi che sembrano scagionare il Corriere della Sera:
Ora, se il Corriere della Sera avesse davvero “filoguidato” una legione di bot, i suoi post dovrebbero essere precedenti. Il Corriere dà il comando, a stretto giro di posta i bot eseguono.
Ma in questo caso sembra più utenti scrivono, Corriere riporta.
I volontari che hanno fornito screen a Flora lo dimostrano: ogni “rilancio” è successivo.
L’ipotesi rilanciata dall’esperto, e che noi riteniamo probabile è che ci sia sì un “bot”, un supporto elettronico, ma uno che raccoglie le citazioni.
È un lavoro che noi facciamo manualmente: solitamente le persone ci taggano sotto le notizie che vorrebbero asseverate, e talora soggetti poco urbani ci nominano per rivolgerci contumelie e ingiurie o provocatoriamente sfidarci. In un caso particolare un account che ci aveva bloccato ci taggò ripetutamente cercando di ottenere una nostra replica, che fornimmo solo perché terze parti decisero di farsi ambasciatori.
Ci sono servizi automatici che fanno la stessa cosa. Servizi automatici che riportano i tweet di citazione, quindi consentendoti di leggere, interagire o querelare, ma possono essere impostati per retwittare quei tweet (ad esempio in caso di citazioni benevole).
Un errore di impostazione può aver causato l’anomalia: il Corriere ha retwittato tutti i tweet che lo citavano, perlopiù aggressivi e pieni di insulti perché sappiamo come è fatta Internet, e chi ha diffuso i primi screen non ha notato lo scarto di minuti e ha erroneamente nominato il Corriere capo di tutte le botnet.
L’ipotesi sembra essere confermata da un tweet del Corriere della Sera che conferma “la ripubblicazione di tweet di alcuni follower, al di fuori dal nostro controllo e dalla nostra volontà.”
Il Corriere conferma la rimozione dei tweet, ma si conferma la semplice “pista” di un errore di settaggi.
Aggiungiamo inoltre che a seguito della pubblicazione del nostro articolo siamo stati contattati da uno dei presunti bot, autore invero di un commento particolarmente innocuo, finito a seguito della fake news additato come “non persona” creata dal Social Media Manager del CorSera, con tutti i problemi che ciò comporta.
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