Ci avete segnalato per tutte le vacanze una serie di video sulle code Pasquali sulla Pontina.
Vi abbiamo sempre detto due cose:
Ci avete sommerso di video sulle code Pasquali, che non riporteremo perché molti di quei video, nel denunciare violazioni di legge come vedremo inesistenti ne hanno compiute ancora di più gravi che potrebbero essere oggetto di successive indagini.
Indagini nelle quali noi non vogliamo rientrarci e se ci fossimo prestati alla vostra orgia forcaiola ci saremmo finiti dentro con tutte le scarpe.
Ma partiamo dal punto principale: le autorità competenti, le uniche titolate a indagare, hanno dimostrato che non ci sono alcuni violatori che necessitavano il vostro intervento da sceriffi del web.
I dati delle autorità certificano una realtà molto diversa: ieri nella sola capitale sono stati effettuati 25 mila controlli. A fronte di questo numero imponente di fermati, solo 100 sono stati multati. Ovvero lo 0,4% dei controllati. In altri termini, le persone fermate avevano praticamente tutte un giustificato motivo per circolare.
Ulteriori dettagli sulla vicenda vengono da Giornalettismo, ma sono ben noti a chiunque abbia la minima dimestichezza su come funzioni il traffico nelle aree urbane della capitale
È stato l’effetto stesso dei controlli: restringimenti di carreggiata e posti di blocco hanno causato delle file più lunghe del previsto. In occasione del ponte pasquale, infatti, i controlli sono diventati più stringenti e il numero dei posti di blocco è aumentato, causando ripercussioni anche sul traffico ridotto di questi giorni.
Una combinazione tra il costante traffico di pendolari (ricordiamo che non tutte le attività produttive sono state interrotte, ma molte sospese per rallentare il motore produttivo dell’Italia senza distruggerne per sempre la possibilità di ripresa futura) e la maggiore attenzione ai controlli ha rallentato il già lentissimo traffico a ritmi da lumaca.
Nessun mistero quindi
Intendete i video che ci avete mandato con targhe ben in chiaro e volti di persone?
Ma volete farci beccare qualche querela che già state rischiando a pubblicarli nel vostro profilo?
La nostra pagina amica La Legge Per Tutti ci inviò un video molto esplicativo, questa volta senza persone riprese a loro insaputa, per spiegarvi delle cose.
Guardatelo.
E quando avete finito, ci sta la spiegazione in breve.
Siamo in Italia. Esiste un GDPR, un Codice Europeo della Privacy vigente anche da noi. Esistono leggi che consentono, giustamente, solo agli agenti di polizia giudiziaria di intervenire e non a improvvisati Charles Bronson e aspiranti Gabibbi e Capitani Ventosa armati di Telecamere come in una puntata di Supervero TV
Nessuno sostanzialmente vi vieta di filmare un presunto reato per mostrarlo alle autorità competenti e far valere un diritto. Ma non dovete mostrarlo a nessun altro.
E sorpresa, voi avete cercato di mostrare quei video non alle autorità, ma a noi, ai vostri amici e parenti e ai miliardi di persone iscritte su Facebook, Twitter, Instagram ed altri Social di vostra abituale frequentazione, senza neppure usare la cortesia di censurare targhe, voci e volti.
Cosa che no, non dovevate fare, non è nel vostro diritto fare, e figurarsi quanto renderà inca**osi, querelanti e poco inclini a conciliare (citazione necessaria) tutte le persone che avete accusato di reati a caso senza usare neppure l’umana cortesia di verificare che ci siano.
Sappiamo che i furbetti esistono: ma volete lasciare alla Polizia di Stato il diritto e dovere di fare il loro lavoro senza le vostre illecite interferenze?
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