Editoriale

Elon Musk rinuncia a Twitter: cominciano guai e penali

Elon Musk rinuncia a Twitter: la notizia fa seguito a quanto avevamo visto. Ovvero alle visibili e crescenti indecisioni di Elon Musk sull’accordo date dalla presenza di bot e fake account.

Siamo chiari: chi ha attribuito a Elon Musk filantropiche velleità da paladino della libertà, chi attribuisce ad un imprenditore velleità filantropiche in toto si inganna. Twitter è un prodotto, Elon Musk un abile imprenditore che fa fruttare i suoi prodotti.

Aveva annunciato trionfalmente la sua decisione di comprare Twitter, social che avrebbe fatto sbocciare al suo massimo potenziale.

Ma dal suo punto di vista, Twitter in fondo è una fabbrica che crea un prodotto. Gli utenti. E i bot per Elon Musk sono merce fallata.

Un bot non compra, ma fa comprare. Non ha opinioni da influenzare, ma influenza le opinioni altrui. Con un bot non guadagni: paghi perché che chi gestisca bot e fake account ne tragga utilità dalla quale tu non otterrai un osso bucato.

Quindi il progressivo strappo di Elon Musk aveva il sapore di un “Gran Rifiuto”.

Che alla fine è immancabilmente arrivato

Elon Musk rinuncia a Twitter: cominciano guai e penali

Elon Musk rinuncia a Twitter: ed è avvenuto esattamente come avviene con ogni ditta del mondo che, provato a fare l’affare, chiede dapprima sconti e garanzie sulla merce e poi si ritira.

Elon Musk rinuncia a Twitter: cominciano guai e penali

Una lettera dei suoi legali, nella quale contesta a Twitter non aver risposto in modo puntuale alle richieste sul “ricalcolo dei bot”.

Bot che per Twitter sono meno del 5% ma per Elon Musk molti di più, almeno il 20%.

Le trattative si sono quindi arenate.

L’attuale presidente della Piattaforma è quindi intenzionato a trascinare Musk in tribunale, nella corte del Delaware, allo scopo di costringerlo a finalizzare l’acquisto (o quantomeno pagare le ricche penali del caso).

Soluzione questa che non risolverebbe i problemi creati da una trattativa che ha messo un intero social in stallo.

Secondo quanto rilevato alle riviste del settore, Twitter ha bloccato le assunzioni nei settori chiave, arrivando a licenziare in gran numero i “cacciatori di teste”, almeno un terzo del team legato alle assunzioni.

La situazione dei Social non è buona in generale: Twitter patisce anche un crollo azionario ed una vera e propria stasi aziendale dovute alla trattativa in atto.

Che ora rischia di crollare, nella migliore delle ipotesi.

Nella peggiore? Twitter rischia un CEO che odierebbe la sola idea di esserlo e considererebbe Twitter non più un prodotto da “far sbocciare al massimo potenziale”, ma un prodotto fallato e difettoso di cui sbarazzarsi con rapidità.

Condividi
Pubblicato da
Tags: editoriale

Articoli recenti

I Guerrieri di Terracotta e l’Imperatore che non voleva morire

Che cosa lega i Guerrieri di Terracotta in Cina, l'elisir della vita eterna ed un ragazzino diventato adulto troppo presto…

19 ore fa

Spiacente, non è vero che Putin ha scoperto l’elisir della vita eterna

Da sempre l'essere umano ha inseguito il sogno dell'immortalità, ma quando esso si incarna in una clickbait che annuncia trionfale…

20 ore fa

L’antico sarcofago templare trovato nelle fondamenta di una scuola è creato con AI

Ci segnalano i nostri contatti un video TikTok che mostra il reperimento di un misterioso sarcofago templare trovato nelle fondamenta…

20 ore fa

La spy story del passaporto russo di Zelensky scoperto da Anonymous è un falso Doppelganger

La spy story del passaporto russo di Zelensky scoperto da Anonymous è un falso Doppelganger: parliamo della campagna di guerra…

1 giorno fa

No, non esiste alcuna data dopo la quale sarà abolito il bollo auto

Ci segnalano i nostri contatti un articolo che parla di una fantomatica data dopo la quale sarà abolito il bollo…

1 giorno fa

No, non è tornata la leva obbligatoria (ancora una volta…)

Abbiamo ormai perso il conto degli articoli che ci parlano di come sarebbe tornata la leva obbligatoria in Italia, ricco…

1 giorno fa