Torniamo all’appuntamento col rapporto EDMO Dicembre 2022, dei vari circuiti di fact checking Europei. In attesa dell’arrivo del rapporto Italiano, cui mensilmente cooperiamo anche noi, è però interessante notare i punti di somiglianza tra le varie regioni.
E notare come le “fonti russe” ormai si siano staibilizzate in un costante rumore di fondo che spinge la narrativa in stilemi pre-bellici e pre-pandemici. Siamo tornati alla bufala vintage, la bufala xenofoba dell’immigrato cattivo che ci ruba il lavoro e perpetua la malvagità (Ucraina, in questo caso).
Quanta poca fantasia.
Come evidenziato nei report passati, la disinformazione da “fonti russe” è ormai un rumore di fondo che si infiltra nella cronaca. L’onda lunga delle fake news a base di tifosi “violenti e nazisti” si è rianimata con le bufale sui tifosi del Marocco.
E, sul fronte Ucraino, sull’idea che gli Occidentali invochino l’aiuto di Putin perché i “Migranti Ucraini” sono, come nella stessa narrativa diffusa dalle “fonti russe” ad inizio del conflitto e mai mutata, nazisti violenti e brutali spalleggiati dai Poteri Forti che ricevono soldi e vantaggi dai governi locali e che Putin dovrebbe annientare con la sua “operazione speciale”, cosa di cui abbiamo ampiamente parlato in passato.
I tre filoni principali della bufala in Occidente continuano a far capo ad una destabilizzazione tipica delle troll farm:
La cronaca su cui tutto questo si è innestata è da ricercarsi nella pubblicazione del docufilm novax Died Suddenly, che abbiamo già visto essere colmo di mistificazioni e ed errori di metodo, e la visita di Zelensky negli USA che ha riacceso l’odio delle Fonti Russe.
Hanno infatti fatto da mattatori la fake news degli ambasciatori Ucraini che lodano Bandera ottenuta con un goffo Photoshop e le illazioni sulla nomina di Zelensky a Persona dell’Anno di Time, accolta da profili che, sospettosamente, hanno spinto in tutta Europa e in tutte le lingue parlate nel continente false narrazioni e giustificazioni ingiuriose verso il leader Ucraino quanto ossequiose verso lo Zar di Russia.
La prima più diffusa ha riguardato le presunte “colpe” degli immigrati Marocchini.
Filone di “normalità” sono state le richieste sul caso di Andrew Tate che ha suscitato l’ilarità del mondo della Rete. In particolar modo il cartone della pizza agitato in uno dei suoi ultimi video pre-arresto. Inizialmente elevato a “motivo dell’arresto”, era in realtà solo un modesto ma significativo indice della tendenza di Tate, già attenzionato dalle autorità Romene, a essere iperattivo e loquace sui social fino allo stremo comico.
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