Complottismo

“Dopo i malati COVID, ci sono gli attori COVID”: ancora Odio social dietro il Complotto

Ci segnalano i nostri contatti una condivisione dal titolo “Dopo i malati COVID, ci sono gli attori COVID”.

Il solito video, decontestualizzato e arricchito di una colonna sonora opulenta nello stile dei moderni seminatori di odio.

Una ragazza in un letto di ospedale, dapprima nel ruolo di una ammalata e poi nel “backstage”, esibita alla folla 2.0, il Popolo della Rete come un feticcio di odio.

Dopo i malati covid, ci sono gli attori covid.
Mi domando, ma se ci sono così tanti malati, di questo benedetto covid, come mai bisogna reclutare degli attori per fare i video nei reparti?

Recita la didascalia inserita nel video tagliato ad arte.

Ma in realtà la spiegazione è assai semplice: il video è tratto da una simulazione, un semplice esercizio già annunciato per collaudare le criticità di un ospedale pieno.

Del resto, le simulazioni si fanno prima per un motivo.

Solo un folle deciderebbe, dopo aver cambiato i freni dell’automobile, di non farli collaudare dal meccanico ma di mettersi in autostrada a 160 all’ora per vedere se la riparazione funziona o se diventerà una macchia rossa sull’asfalto della vita.

Nessuno sano di mente collauderebbe qualcosa in tempi di emergenza, dove tutto quello che potrebbe andare storto gli costerebbe la vita o costerebbe ad altri.

Quindi gli ospedali fanno simulazioni, le aziende farmaceutiche testano i farmaci in laboratorio, su animali e su volontari prima di distribuirli al pubblico, i costruttori di automobili fanno dei crash test sui modelli che metteranno in vendita e persino Microsoft prima di distribuire un aggiornamento lo prova.

Anche così a volte accade l’imprevisto. Figurarsi cosa accadrebbe se non ci fossero test.

“Dopo i malati COVID, ci sono gli attori COVID”: ancora Odio social dietro il Complotto

Ma il mondo del complottismo come vi abbiamo visto non conosce la logica. La logica implica il pensiero. Il pensiero implica la calma.

Il Complotto rigetta la logica e la calma. Vuole le forche, vuole il nemico, vuole la rabbia, vuole il sangue che scorre per le strade, la destabilizzazione completa della società come prezzo da pagare per avere qualcuno a cui dare la colpa.

Il Complotto è sciocco e infantile, è il bambino viziato che urla e fa i capricci e vuole un adulto da prendere a pugni perché non ha avuto il giocattolo più bello.

Non a caso è ormai nota l’OPA, l'”Offerta Pubblica di Acquisto”, la Scalata ai Nomask/Novaxx/Negazionisti COVID dei QAnon, i piccoli fanboy del Patriota Q.

L’ammazasette immaginario sempre in lotta coi Poteri Forti (il Deep State) che promette un mondo in cui lui stesso, di persona e con un esercito paramilitare segreto preso dai cartoni animati, andrà in giro per le strade percuotendo con infantile brutalità tutti i giornalisti, Fact Checker, oppositori Politici, personaggi famosi, lasciandosi dietro una scia di sangue e distruzione, terrore e persone costrette a suicidarsi dinanzi al suo cospetto per instaurare una Dittatura Mondiale Trumpist in cui Donald Trump in persona regnerà per sempre come un Immortale Dio Imperatore col Patriota Q come giudice, giuria e boia con diritto di vita e morte su tutti gli abitanti di una Terra ridotta in una “benevola schiavitù” favorevole al Complotto.

Basta indicare di tanto in tanto un “amico dei Poteri Forti” da sottoporre all’Odio, e il sogno febbrile resta vivo.

In questo caso l’oggetto di odio è Officialmelisa, comparsa che ha avuto la sfortuna di interpretare una persona malata nella simulazione e per questo è diventata oggetto dell’Odio Complottista

«Il mio video, della durata di un minuto e quaranta, è stato accorciato di un minuto, modificato e strumentalizzato per riflettere una certa visione del mondo. Voglio prendere con nettezza le distanze da questo utilizzo».

Traduce correttamente Facta (basta ascoltare l’audio tedesco per verificare), aggiungendo che

Vale la pena specificare che l’iniziativa non era destinata al pubblico e che l’evento è stato filmato in forma privata da una delle persone che hanno preso parte all’esercitazione – officialmelisa, appunto – e pubblicato attraverso delle storie Instagram. La struttura ospedaliera non intendeva in alcun modo, dunque, dare un’immagine distorta dell’emergenza Covid-19.

Valeva dunque la pena crocefiggere una povera ragazza e consegnarla al Tritacarne dei QAnon per così poco?

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